Un passo avanti

Con l’approvazione venerdì scorso della mozione presentata da tutte le minoranze in Consiglio comunale, Palmi ha fatto un decisivo passo in avanti per salvare la sua acqua, l’acqua che dai primi del Novecento scorre nelle nostre case per straordinaria lungimiranza dei nostri avi. Ma siamo in ritardo e dobbiamo correre. Sono numerosi gli ostacoli ancora da affrontare. Nell’immediato resta tutta da vincere l’ignobile ostinazione del sindaco di Reggio, incapace di rappresentare e difendere gli interessi della sua città, figuriamoci di avere riguardo per quelli dei suoi amministrati al di là dell’Annunziata o del Calopinace. Ha indicato la discarica di Melicuccà come la soluzione all’emergenza rifiuti (frutto della sua pessima gestione) e non sarà disponibile a una rapida inversione di marcia. Per Falcomatà bacino imbrifero e bacino elettorale non si sovrappongono e tra i due salverebbe sicuramente il secondo. Poi c’è la tecnocrazia metropolitana e regionale che ha investito una montagna di quattrini pubblici in un’opera sconsiderata e che potrebbe trovarsi a giustificare non più l’abnorme spesa per la realizzazione di una discarica ma i milioni di euro evaporati senza neppure intaccare la questione della bonifica. Proprio quest’ultimo, una volta scongiurata la nuova vasca, è il principale dei problemi da affrontare perché sulla sorgente Vina pende già una spada di Damocle ben affilata e sfoderata da anni nell’indifferenza pressoché generale, una vecchia discarica che, come è stato accertato, ospita anche rifiuti speciali, vale a dire altamente pericolosi per la salute umana.

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