Con il numero di dicembre 2013 “Azione Popolare” termina le sue pubblicazioni on line cedendo il posto ad “Azione Metropolitana”. Il nuovo mensile, acquisiti i dovuti permessi, oltre ad essere sempre pubblicato on line, sarà pubblicato e distribito su carta.
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“Azione Popolare” è il giornale on line del Circolo Armino. Sarà pubblicato mensilmente (a fine mese) e conterrà la “linea politica” del circolo sui fatti d’attualità ( editoriale ed articoli firmati “Circolo Armino), gli articoli pubblicati nel sito, ecc.
Per motivi di spazio nel giornale a volte non viene riportato l’articolo integrale ma un suo riassunto. Dal numero 3 in poi, seguire il link, associato al titolo, per leggere sia l’articolo integrale (ed eventuali “commenti” già pubblicati), sia per commentarlo (vedi nota). Per una agevole lettura, stampa o memorizzazione nel proprio computer, Azione Popolare ha due formati diversi: “pdf” e “sito issuu”.
Azione Popolare, Anno I Numero 5 – Dicembre 2013
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Azione Popolare, Anno I Numero 4 – Novembre 2013
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Azione Popolare, Anno I Numero 3 -Ottobre 2013
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Azione Popolare, Anno I Numero 2 -Settembre 2013
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Azione Popolare, Anno I Numero 1 – Agosto 2013
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Perchè “Azione Popolare”
Nella geografia calabrese il Reggino rappresenta quel che è l’intero Sud per la geografia italiana: l’area economica meno progredita e socialmente più arretrata, non a caso quella parte di territorio che è stata ed è tuttora infestata dalla mafia più aggressiva e meglio organizzata d’Italia.
Noi abitiamo questo sud del Sud. Palmi, che per lo straordinario patrimonio di bellezze naturali e per la sua ricchissima storia dovrebbe figurare almeno tra le principali mete turistiche della regione – Tropea, Soverato, Scalea, Diamante, Isola Capo Rizzuto – non è in grado di competere neppure con le vicine Scilla e Bagnara. In un passato non troppo lontano sono state perse importanti occasioni e, come (parzialmente) documentiamo in altra parte di questo giornale, sono state sperperate ingenti risorse che avrebbero potuto essere destinate alla manutenzione e allo sviluppo della Città, con la creazione di posti di lavoro e il blocco dell’emorragia dell’emigrazione giovanile che uccide poco a poco la nostra comunità.
Nonostante gli indiscutibili successi raggiunti dalle forze dell’ordine, una parte non trascurabile dell’economia locale è nelle mani d e l l a c r i m i n a l i t à ; l’abusivismo edilizio ha il volto orrendo di case incompiute, di borgate prive dei servizi più elementari, di paesaggi violentati dal cemento; mancano marciapiedi e buone strade, fognature, verde pubblico; i rifiuti urbani restano un problema irrisolto. Le politiche nazionali degli ultimi venti anni, a trazione nordista e leghista, rafforzate dalla ideazione di una fantomatica “questione settentrionale”, hanno decimato le già scarse risorse destinate al Mezzogiorno e alle sue comunità locali, ignorando i principi di equità e giustizia sociale fissati nella Costituzione; un risultato che non sarebbe stato possibile senza la complicità della classe politica meridionale, quella stessa di centro-destra che ancor oggi, incredibilmente!, ci governa in Regione, in Provincia, in Città. La crisi economica, con le ulteriori draconiane misure sugli enti pubblici, ha ridotto ancora i bilanci comunali, imponendo l’aggravio di tasse e la riduzione di servizi.
Non si esce da questa terribile condizione se non con nuove energie, anzitutto morali. È necessario un radicale ricambio della classe dirigente di questa Città. Non si può affidare la cosa pubblica nelle mani di chi, per nequizia, l’ha saccheggiata o di chi, per inettitudine o imperizia, l’ha maltrattata e avvilita. Non possiamo più tollerare che la difesa del bene comune e della legalità sia predicata nei convegni dagli stessi che non esitano a calpestarle per personale, anche misero tornaconto. Sappiamo quanto ramificato ed esteso sia il sistema dei favori incrociati, delle relazioni di convenienza che trascendono spesso la dialettica democratica governo-opposizione e le stesse sigle di partito su versanti dichiarati opposti. Sappiamo pure quanto sia scomodo esercitare senza sconti la critica intransigente al governo delle istituzioni senza dover per questo assolvere chi dovrebbe opporsi e non lo fa.
Questo giornale, Azione Popolare, vede la luce due anni dopo la nascita della nostra associazione. L’Azione fu il nome del settimanale diretto da Antonio Armino che nel periodo cruciale per le sorti d’Italia che va dalla liberazione di Napoli a quella di Milano, sferzò con intransigenza Vittorio Emanuele, “il re del tradimento e della sconfitta”, e Badoglio, “il maresciallo del tradimento e della fuga”, schierandosi senza esitazione contro ogni compromesso col passato regime fascista. “Azione popolare” scrive Salvatore Settis nel libro che porta lo stesso nome “è diritto e dovere di resistenza collettiva al degrado delle città e delle campagne, alla razzia del paesaggio, all’esilio della cultura e del lavoro, alla spoliazione dei diritti”. Nasce così questo giornale perché, ancora una volta con le parole di Settis, “dobbiamo esplorare se e come sia praticabile un diritto di resistenza attiva, un’azione popolare per la Costituzione e il bene comune”.
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