Tra poche ore potremo impugnare la matita copiativa, l’arma più potente che la democrazia nata con la fine del fascismo ci ha consegnato. La nostra regione è allo stremo. Non c’è ormai in tutta Europa un’area che presenti con tanta gravità sia i problemi del mancato sviluppo, povertà e disoccupazione, che i problemi dello sviluppo distorto, inquinamento delle risorse fisiche e corruzione dei poteri pubblici. L’elenco dei nostri disprezzabili primati è infinito. Non serve riportarlo qui.
L’astensione al voto è una scelta legittima e come tale va rispettata. Nasce in buona misura dalla considerazione che niente possa mutare perché gli uomini, qualunque scelta facciano, sono inclini a soddisfare più i bisogni personali che quelli collettivi. C’è qualcosa di indubitabilmente vero in questo. La storia più recente lo ha dimostrato. Bisogna però sapere che questo è successo perché i partiti politici sono scomparsi e le loro griffe sono state comprate a basso prezzo da comitati affaristici-clientelari. La politica deve tornare al centro delle attività umane perché è la politica a decidere del nostro futuro. Come recita un efficacissimo slogan, anche se non ci occupassimo di politica la politica si occuperebbe egualmente di noi.
Andiamo perciò tutti responsabilmente a votare scegliendo, nella misura in cui ciò è possibile, quelle donne e quegli uomini che possono rappresentare un’idea autentica della politica, da qualunque parte siano collocati, secondo le nostre inclinazioni e i nostri ideali. Rifiutiamoci, viceversa, di “impegnare” il voto su chi non conosciamo, su chi non si è mai occupato dei tanti problemi e viene ora a chiederci una mano. Una mano per cosa? Diamo piuttosto una mano alla politica a tornare a essere l’attività umana più nobile che esiste per trasformare secondo i nostri sogni la realtà che ci circonda.