11- Tra le nebbie del PSC

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La vicenda del Piano Strutturale Comunale (PSC) di Palmi merita un’attenzione che va ben oltre il contesto locale perché, nel suo singolare sviluppo, testimonia quanta sfacciata possa essere la pretesa di una ristrettissima cerchia di persone, sia pure promosse dal voto popolare agli incarichi dell’amministrazione, di decidere del futuro della città senza prestare ascolto ai cittadini. Questo PSC è rimasto sconosciuto, sino all’adozione in Consiglio Comunale, persino a buona parte degli stessi consiglieri di maggioranza che si sono presentati in aula dichiarando apertamente di ignorarne i contenuti e abbandonandosi alle valutazioni di quei pochi, assessore all’urbanistica in testa, che avevano avuto il rivilegio di conoscerli. Singolare la dichiarazione di voto di uno di questi il quale ha addirittura chiesto, prima di dare al provvedimento il suo voto favorevole, di essere rassicurato sulla mancanza di concessioni agli interessi mafiosi! Poche,

pochissime persone hanno deciso per tutti. Una ristrettissima oligarchia di decisori e uno sparuto gruppo di professionisti che ha prodotto una corposa documentazione fatta di alcune relazioni e di molte tavole. Quel che manca è la sola cosa che sarebbe stato lecito attendersi: la razionale giustificazione delle scelte fatte. Non si riesce a sfuggire all’impressione che, capovolto l’ordinato processo decisionale, prima siano state fatte le scelte – terreni da premiare, cubature e strade da realizzare – e successivamente ci si sia preoccupati di argomentarle. Ne è venuto fuori un concentrato di banalità, errori e strafalcioni di ogni tipo e persino, come documentiamo più avanti in questo giornale, di parti pedissequamente copiate da documenti di altre amministrazioni. L’opposizione di centro-sinistra ha completato l’opera. Si è astenuta sul documento preliminare, si è assentata alla votazione finale, non ha mai espresso un parere, un disegno, un’idea.

Di più il dott. Salvatore Boemi, leader dell’opposizione, ha rifiutato la presidenza della commissione speciale sul PSC, un punto di vista privilegiato dal quale avrebbe almeno potuto denunciare l’opacità della procedura, lamentare la scarsa partecipazione, informare i cittadini. Resta da capire perché non abbia accettato l’incarico. È lecito chiedergli di fare, infine, chiarezza?

Ciercolo A. Armino

Articolo pubblicato in Azione Metropolitana del mese di agosto 2014.

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