L’ospedale della discordia

Questa storia inizia a fine 2007 e possiamo interamente ricostruirla, almeno negli aspetti più rilevanti, grazie al generoso impegno profuso in questi anni dalla dott.ssa Franca Hyerace. ( a fondo pagina alcuni dei documenti conservati nel completo “dossier Hyerace”)

Inizia con l’OPCM (Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri) n.3635 del 21-12-2007 (pubblicata sulla G.U. n. 5 del 7-1-2008), recante “disposizioni  urgenti  di  protezione  civile  dirette a fronteggiare l’emergenza  socio-economico-sanitaria  nel  territorio della regione Calabria”, con la quale il dott. Vincenzo Spaziante è nominato Commissario delegato per la   realizzazione   degli   interventi   urgenti, in particolare per la realizzazione delle strutture  ospedaliere previste dall’accordo di programma integrativo sottoscritto dal Ministro della Salute e dal Presidente della Regione Calabria in data 6-12-2007, tra le quali figura, per la prima volta, il Nuovo Ospedale della Piana.
Quest’ultimo accordo, fra il Ministro della Salute Livia Turco e il Presidente della Regione Calabria Agazio Loiero, prevede la realizzazione del Nuovo Ospedale della Piana per un importo a carico dello Stato di 57 milioni di euro.

La definizione dell’intervento e la somma stanziata non fanno nutrire dubbi circa le dimensioni del previsto intervento. Per la realizzazione dell’ospedale, oggi definito nel territorio di Palmi, si stima ora una spesa pari a circa 126 milioni di euro. Difficile allora, almeno a partire dal 2007 (che resta comunque la prima pietra angolare sulla realizzazione di nuovi ospedali in Calabria), ipotizzare volontà politiche, poi in qualche modo superate, volte a finanziare presidi ospedalieri di dimensioni più ragguardevoli.

Il Commissario delegato per l’emergenza sanitaria dott. Spaziante, con ordinanza del 26-8-2008 n.24, ha disposto la localizzazione del Nuovo ospedale della Piana nei pressi dello svincolo di Palmi dell’Autostrada SA-RC, in quanto l’area è già di proprietà pubblica e la sua collocazione strategica risulterà facilmente raggiungibile dalla fascia costiera e dai centri minori dell’entroterra.

Il 23-10-2008 interveniva, con delibera n. 295, la Giunta Provinciale di Reggio Calabria per annettere al patrimonio provinciale i beni già intestati a ”Opera Nazionale Patronato Regina Elena di Palmi” (comprendenti l’immobile adibito a scuola di 1.494 mq e una superficie complessiva di circa 17 ettari) e su parte dei quali dovrà sorgere il nuovo ospedale. Cosa significa questo passaggio (che è poi tra più discussi)?

La Scuola Agraria di Palmi risultava censita al catasto della Provincia in capo alla ditta “Opera Nazionale Patronato Regina Elena di Palmi” che nel 1909, grazie a un significativo contributo della Croce Rossa Americana, aveva fondato la Colonia Agricola con lo scopo di accogliere gli orfani del terremoto del 1908 delle province di Reggio Calabria e di Messina. La Colonia fu trasformata nel 1933 in Scuola Tecnica Agraria “Luigi Razza”, poi a partire dal 1953 divenne Istituto Tecnico Agrario. Con la legge n. 1404 del 4-12-1956 venne decisa la soppressione di numerosi enti pubblici, tra i quali figurava il patronato “Regina Elena” e tutti i beni di proprietà sono rientrati nella disponibilità dello Stato. La successiva legge 11-1-1996, n. 23 recante “Norme per l’edilizia scolastica” all’art.8 comma 2 ha disposto che la proprietà degli immobili delle istituzioni scolastiche statali fosse trasferita a titolo non oneroso alle province.

Con riferimento alla deliberazione della Giunta Provinciale del 23-10-2008, il Settore Patrimonio, Locazioni, Espropri e Concessione della Provincia di Reggio Calabria inviava all’Agenzia del Territorio Ufficio Provinciale di Reggio Calabria (si veda la lettera prot. 199777 del 19-9-2008 e la successiva prot. 210435 del 2-10-2008) la richiesta di cambiamento di intestazione in catasto a favore della Provincia di Reggio Calabria dei suoli in capo alla ditta “Opera Nazionale Regina Elena di Palmi”.

Proseguendo nel complesso iter interveniva, in data 28-1-2010, la deliberazione della Giunta Regionale della Calabria n.55 (si veda Bollettino Ufficiale Regione Calabria del 1-3-2010) a disporre che il suolo individuato per il Nuovo Ospedale della Piana venisse trasferito nella proprietà dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Reggio Calabria.

Il Consiglio Provinciale di Reggio Calabria (deliberazione n.39 del 20-4-2011) deliberava pertanto di incaricare, per il trasferimento di proprietà del terreno a titolo oneroso, il competente Settore Patrimonio, Concessioni, Espropri e Locazioni che con lettera prot. 220597 del 13-8-2010 indirizzata al Presidente della Provincia di Reggio Calabria, al Presidente del Consiglio Provinciale e all’Assessore al Patrimonio allegava relazione di stima del valore dei terreni (229.500,00 euro).

Il 7-3-2011 si riuniva la Conferenza dei Servizi per la “revoca del vincolo di destinazione scolastica su una porzione di suolo facente parte del maggior compendio di pertinenza dell’Istituto Tecnico Agrario di Palmi, da utilizzare per la costruzione del Nuovo Ospedale della Piana”. Il verbale della riunione riporta, tra l’altro, che nell’incontro del 7-8-2008 presso l’ex ASL di Palmi “gran parte dei sindaci del Comprensorio della Piana” si sono “dichiarati convinti che la proposta di realizzazione del nuovo ospedale di riferimento nell’area di proprietà dell’Amministrazione Provinciale sita nei pressi dello svincolo autostradale di Palmi […] risulta la più adeguata e rispondente alle esigenze delle popolazioni della Piana”. Si “evidenzia ancora come il trasferimento della porzione di suolo in argomento non pregiudica la destinazione in atto dell’Istituto Tecnico Agrario che potrà essere pienamente mantenuta, anche per la parte aziendale e di sperimentazione ed esercitazione agraria, tanto sui fabbricati accessori del fabbricato principale quanto sulle aree residue che, unitamente all’area di impronta dei fabbricati, si estendono per oltre 5 ettari”. Si dà notizia che “il Consiglio Provinciale […] ha deliberato di impegnare le somme derivanti dalla procedura di alienazione […] per le necessità dell’Istituto Tecnico Agrario”. Si dà, infine, l’assenso affinché la Provincia di Reggio Calabria revochi il vincolo di destinazione scolastica sui terreni interessati dalla realizzazione del Nuovo Ospedale della Piana.

In data 7-6-2011 il Responsabile Unico del Procedimento, ing. Costantino, incaricato dalla Commissione straordinaria pro-tempore per la gestione dell’ASP di Reggio Calabria, comunicava A) la conformità del progetto preliminare agli obiettivi generali da perseguire; B) l’avvenuta verifica dell’efficacia e dell’efficienza della soluzione progettuale rispetto agli obiettivi attesi (articolazione in cinque distinti blocchi edilizi, organicamente collegati, nei quali è previsto lo svolgimento delle funzioni sanitarie, così suddivise: 1) blocco accoglienza con Cup, spazi commerciali e luogo di culto; 2) blocco piastra diagnosi e cura, su cinque piani, con servizi generali, anatomia patologica, diagnostiche, pronto soccorso, endoscopie, dialisi, gruppo operatorio, d.s, rianimazione, punto nascita, aree dipartimentali studi medici, uffici amministrativi; 3) corpo quintuplo sx, su cinque piani, con laboratori, ambulatori, degenze su tre livelli; 4) corpo quintuplo centro, su cinque piani, con ambulatori e pre-ricoveri, degenze su tre livelli; 5) corpo quintuplo dx, su cinque piani, con servizi generali, d.h. medico e oncologico, medicina d’urgenza, degenze su tre livelli.); C) la completezza della documentazione relativa agli intervenuti accertamenti di fattibilità tecnica, amministrativa ed economica dell’intervento; D) l’esistenza delle indagini, geologiche, geotecniche e archeologiche nell’area di intervento e verifica della congruenza dei risultati con le scelte progettuali; E) la completezza, adeguatezza e chiarezza degli elaborati progettuali, grafici, descrittivi e tecnico-economici; F) l’esistenza delle relazioni tecniche edili, strutture e impianti; G) l’effettuazione della valutazione d’impatto ambientale; H) la rispondenza delle scelte progettuali alle esigenze di manutenzione e gestione e alle prescrizioni normative, tecniche e legislative.

La Giunta Regionale della Calabria (deliberazione n.307 del 12-7-2011) deliberava allora l’approvazione dei piani economici e finanziari per la realizzazione in regime di finanza di progetto del nuovo ospedale, nonché l’autorizzazione alla contrazione dei mutui per la copertura integrale degli interventi.

L’autorità regionale Stazione Unica Appaltante poteva pertanto, infine, il 1-8-2011, emettere l’avviso di gara (data di scadenza: 23-9-2011) per l’affidamento in concessione della costruzione e gestione relativa all’intervento di realizzazione del Nuovo Ospedale della Piana per una spesa complessiva presunta di 126.174.452,11 euro oltre IVA.

Per completezza di informazione riportiamo che in data 20-12-2010, per l’attuazione di quanto previsto nell’accordo di programma del 6-12-2007, veniva stipulato tra le Regioni Calabria, Lombardia e il Commissario delegato, ai sensi dell’art. 15 della Legge n. 241/1990, un Protocollo d’intesa finalizzato alla realizzazione dei nuovi ospedali, incluso quello della Piana di Gioia Tauro. La Regione Lombardia, tramite la società Infrastrutture Lombarde S.p.A., designata dalla giunta regionale, si impegnava a prestare, in favore del Commissario delegato e della Regione Calabria, le attività di supporto alla Stazione appaltante e al Responsabile unico del procedimento, di Project & Construction Management e di alta sorveglianza per gli interventi relativi alla realizzazione degli ospedali. Il Protocollo diventava oggetto di un esposto della CGIL Calabria all’Autorità per la Vigilanza sui Contratti Pubblici di Lavori, Servizi e Forniture che, tuttavia, lo rigettava con deliberazione n.106 del 24-12-2011.

Questi i fatti e gli atti, pubblici e disponibili per chiunque abbia voglia di consultarli e di studiarli.

In un iter di questa complessità possono invero nascondersi, occorrerà tuttavia provarlo, omissioni ed errori.  Ora i gioiesi Bellofiore-Saccomanno-Rizzo hanno sin qui avanzato numerose e non provate accuse riprese anche dalla stampa locale senza mai pagare il dazio della doverosa documentazione. Nei giorni scorsi è stata presentata, unica carta in tante parole, la copia di un rilevo avanzato il 1-6-2011 dalla Corte dei Conti, in specie dal consigliere Quirino Dorelli, all’ordinanza del Commissario Delegato n.35 del 30-5-2011 che, se confermata, chiede per l’appunto ragguagli sulla proprietà dei terreni, la stima del valore degli immobili, la variazione della destinazione d’uso, il pagamento. Non conosciamo il contenuto dell’ordinanza n.35 del Commissario Delegato e non vediamo pertanto la ragione per trarne alcunché dai rilievi mossi dal magistrato della Corte.

Per quanto complessi siano questi passaggi non sembrano viziati da grossolani errori, e tanto meno da ingerenze affaristiche o mafiose, la prima delle carte giocate dalla troika gioiese che aveva denunciato proprietà dei Gallico accanto al terreno dove a Palmi si dovrebbe costruire l’ospedale. Dal sito dell’ospedale sino a contrada “Pignara”, dove si trovano i terreni della famiglia Gallico, c’è quasi un chilometro e mezzo di  case e altre costruzioni.

La verità è che la partita che si gioca, quella vera, è a carte coperte. Una partita a cui non interessa nulla della legittimità degli atti, della presenza di infiltrazioni mafiose, e neppure della salute dei cittadini. Sono in gioco, questo è il punto, 300 posti letto che insieme ad almeno altrettanti posti di lavoro (tra personale sanitario e amministrativo) sono in grado di muovere una discreta economia che fa gola tanto a Gioia Tauro quanto a Palmi.

Non sappiamo se la partita intrapresa dal trio gioiese potrà avere successo, per una delle tante complessità della burocrazia italiana. Per certo non se ne gioverebbero i cittadini della Piana tutti, inclusi quelli di Gioia Tauro, che vedrebbero rinviare il loro ospedale ancora chissà quanto in là nel tempo.

Pino Ippolito

Palmi 4/2/2012

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Documenti da consultare

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12 commenti Aggiungi il tuo

  1. carmelo garipoli ha detto:

    L’Ospedale
    Ho letto con molto interesse l’articolo.
    Devo ringraziare sia l’autore ed anche la dott.ssa Hyerace, entrambi, sono riusciti, finalmente, a farmi comprendere, in concreto, quali siano le vere ragioni che stanno generando la c.d. “ discordia “ tra la comunità di Palmi e quella di Gioia Tauro.
    Io mi sento un cittadino della piana e, energicamente, dissento su quanto sta accadendo in tema di ospedale della piana, in particolare , dissento sulle ragioni e sui metodi utilizzati per determinare questo inaudito ritardo d’inizio di lavori.
    Non credo che in nome di qualsivoglia”interesse economico” , in materia di pubblica salute, cioè sulla pelle della povera gente, possa continuare ad esistere una esasperata discordia che blocca l’iter amministrativo del costruendo ospedale tuttora in corso.
    Ritardare l’inizio della costruzione dell’ospedale significherebbe, in pratica, correre il rischio che la costruzione dell’ospedale sfumasse ed in via definitiva.
    Noi tutti sappiamo, invece, che l’ospedale è un’opera di vitale importanza per i cittadini della piana. E’ di vitale importanza per la gente della strada, per quella gente che può permettersi di curarsi solo negli ospedali pubblici, se li trova, altrimenti,… muore.
    Alla gente comune nulla importa di cosa chiedano le comunità in questione. E’ del tutto evidente che la legittimità degli atti, la presenza d’infiltrazioni mafiose, la salute dei cittadini, sono solo vili espedienti inventati da chi ha il solo scopo di bloccare e/o ritardare l’iter amministrativo in corso per la costruzione dell’opera la quale, da quanto si rileva dagli atti amministrativi, è stato già stabilito, che dovrà essere realizzata in territorio di Palmi, nei pressi della scuola “ Agraria “.
    Come cittadino della piana sono indignato per quanto sta capitando.
    Rammento agli amici della comunità di Gioia Tauro che Palmi, che è la seconda città della provincia dopo Reggio Calabria, ha sempre, sin dall’antichità, rivestito il ruolo di città dei servizi essendo la sede di tutti gli uffici importanti ( Tribunale – Ufficio delle Entrate- Archivio Notarile – Archivio di Stato etc.. ) delle scuole ed anche dell’ ospedale ( che era fornito di tutti i reparti ) e, pertanto, questo ruolo dovrebbe continuare a rivestire posto che non ha alcuna altra risorsa.
    Gioia Tauro è, invece, un fiorente centro commerciale ed agricolo ma, principalmente, è la città del porto e, pertanto, deve cercare di sfruttare al massimo tali risorse che, invece, Palmi non ha.

  2. pinoipp ha detto:

    Dalla ricostruzione che ho potuto fare emergono, a mio avviso, tre principali evidenze:
    1. non risulta, in via documentaria, che l’Ospedale della Piana sia una seconda scelta dopo il fallimento di un progetto più “ardito”. Se tale ipotesi si è mai prospettata è rimasta confinata nelle intenzioni e nel verbo di qualche politico;
    2. le procedure sin qui seguite, per quanto articolate e complesse, non lasciano dubbi sulla loro legittimità;
    3. rimettere in discussione il sito dove dovrà sorgere l’ospedale provocherebbe un danno gravissimo alle legittime aspettative di salute di tutti i cittadini della Piana.

  3. gustavo ha detto:

    Sicuramente la ricostruzione dell’iter burocratico fatta da Pino, sulla scorta della documentazione acquisita e conservata dalla dott.sa Hyerace, toglie ogni dubbio sulla legittimità dello stesso iter.
    Assurdo pensare che da noi si possa fare qualcosa stando tranquilli che sarà esente da infiltrazioni mafiose. Se ci volesse questa garanzia iniziale da noi nulla si potrebbe fare. Non esco perché piove e mi bagno, è solo una scusa per restare a casa, ci si attrezza di ombrelli , impermeabili, ecc, e si esce…
    Certamente nessun malato e nessun parente ha paura di dover fare qualche chilometro in più, per cui bisogna trovare il centro perfetto, in modo che la media accontenti tutti. Quando tutti noi sappiamo che se ci succede qualcosa l’unica speranza di poterla poi raccontare è un lungo, lunghissimo, ”viaggio della speranza”.
    Comunque questi sono solo polveroni provocati ad arte per nascondere il vero problema. L’indotto di un ospedale da trecento posti letto non è assolutamente cosa da poco. Posti di lavoro, case in affitto, ristorazione di molte centinaia di persone al giorno (tra personale, malati, parenti,..), servizi vari ( tipo lavanderia ecc), forniture,ecc ecc

  4. pinoipp ha detto:

    Errata corrige.
    Nel testo sono citati “i gioiesi Bellofiore-Saccomanno-Rizzo” e più oltre il “trio gioiese”.
    In realtà ho fatto un “panino” del rosarnese Saccomanno (già sindaco di quella città) tra il primo cittadino di Gioia Tauro, Bellofiore, e il suo vice, Rizzo.

  5. FB ha detto:

    La ricostruzione dell’iter amministrativo che prevede la nascita dell’ospedale nel territorio palmese, non può dare adito a dubbi di sorta. Vero è che il diavolo, come dice il proverbio, si nasconde nei dettagli, ma a me sembra ridicolo che si possa mettere in discussione anche l’intestazione di una proprietà, dubitando persino di uno dei pochi sistemi certi in Italia, che è, appunto, la pubblicità immobiliare. Mi sfugge, pertanto, anche il senso di qualche articolo giornalistico, nel segno della vaghezza, che riporta l’esito del giudizio alla Corte dei Conti, la quale avrebbe affermato che…resta qualche dubbio sulla titolarità dei terreni coinvolti. Preciserei, inoltre, che su tali questioni, se esistono contestazioni vanno presentate in via burocratica, attraverso ricorsi, esposti e simili, affinchè, preferibilmente nel più breve tempo, si possa giungere a una verità ufficiale. A me sembra che si stia giocando sull’emotività delle popolazioni, e aggiungo che agli amministratori, in particolare, non deve essere consentito di uscire dagli ambiti strettamente legali, nè di usare detti strumenti fuori misura. Questo va senz’altro detto perchè non è affatto pacifico, come potrebbe sembrare, che l’insinuazione e il sospetto, se non il chiacchiericcio, possano essere usati senza limite alcuno in campo amministrativo. Sarebbe il caso, in queste occasioni, di rispolverare il concetto di assunzione di responsabilità.

  6. pinoipp ha detto:

    Nella ricostruzione storica che ho tracciato dovrebbe trovare anche posto la Conferenza dei Sindaci della Piana che, in data 3 ottobre 2007, con ampia maggioranza (22 Sindaci favorevoli su 26) aveva individuato un’area nel territorio di Cannavà, quale sito ottimale per far sorgere la nuova struttura ospedaliera. Il parere della Conferenza era meramente consultivo e non ebbe conseguenze sull’iter già avviato.
    Non molto dopo, il 22 aprile 2008, il consiglio comunale di Gioia Tauro veniva sciolto per infiltrazioni mafiose. Il 18 ottobre veniva sospeso il consiglio comunale di Rosarno (poi sciolto il 15 dicembre). Per il Consiglio Comunale di San Ferdinando bisogna attendere il 23 aprile 2009.

  7. piazzaprimomaggio ha detto:

    la faccenda dell’ospedale dovrebbe essere uno dei punti salienti della campagna elettorale alle elezioni comunali di Palmi. Ma ancora, come si suol dire, siamo “a pedi i piru”. Finchè partiti e partitini stanno rintanati a spiare gli avversari non si muoverà una foglia. Arriverà un candidato a sindaco capace di pianificare degli interventi seri? Staremo a vedere…

  8. Antonio ha detto:

    Ci sono novità per l’ospedale?

    1. pinoipp ha detto:

      Purtroppo no. Le ultime, pre-estive, davano per imminente la firma del contratto con la ditta che si era aggiudicato l’appalto. Sull’argomento, di primaria importanza, bisognerà tornare alla carica su amministratori e oppositori (?) perché informino la Città.

  9. S. ha detto:

    Ci sono . Nel senso che se non vuoi morire, quando ti ammali gravemente in questa provincia, devi espatriare o trovare accoglienza sanitaria in un ospedale nordico valido. Area geografica: da Umbria e Toscana in su. Lasciar perdere il Lazio.
    Purtropppo anche gli ospedali pubblici di Reggio soffrono gli acciacchi della vetustà e della scarsa manutenzione: per il pianigiano , ennesimo problema.
    Occorre denaro; quello finalizzato a tanto si è perso e si disperde a tutt’oggi in rivoli vari. E il blablabla del faremo e miglioreremo non incanta più il calabrese della Punta.
    C’era qualcuno – in alto – che avrebbe rimesso in piedi la Sanità bruzia…. Abbiamo ben visto!

  10. erik gioffrèp ha detto:

    CONSIDERAZIONI A “MARGINE”.
    E , intanto, la gente continua a morire.
    Questo, colpevole , ritardo non provoca solo un aumento notevole della mortalità, vista sia dal lato della inefficienza delle strutture sul territorio, che dei ritardi diagnostici e curativi, ma cosa, ancora più grave, nel continuo e progressivo depauperamento delle risorse economiche dei malati e delle famiglie dei malati.
    Perchè dico questo: perchè i c.d. “viaggi della speranza” che i tutti ( me compreso) siamo costretti a subire , creano quello che posso definire : “dolore destrutturante”.
    La ” destrutturazione” avviene per gradi e porta , oltre al depauperamento e impoverimento delle famiglie ( spesso molti malati sperano di morire presto per non rovinare la propria famiglia), ma anche ad una condizione psicologica di avversione per ciò che c’è sul territorio, insomma: diffidenza per il territorio, per la nostra terra.
    Il dolore della malattia, l’impotenza di potersi curare nella propria terra, l’impoverimento personale e familiare sono il concime nefasto di queta situazione.
    Mi rendo conto che questo aspetto può sembrare a molti di secondo piano, ma credo che una riflessione, sommessa, vada fatta.
    Non è piacevole sentirsi abbandonato nella propria terra.
    La nostra carne, la nostra pelle il nostro sangue , la nostra sofferenza non è uguale a quella di altre regione della nostra bella Italia e così continuiamo a . . . ” destrutturarci”.
    Ecc. ecc.ecc. ecc. ……….

  11. Maria ha detto:

    Grazie a tali scellerate scelte, oltre ai viaggi della speranza (purtroppo, sempre esistiti, a prescindere dalla presenza o meno di un decoroso ospedale), non c’è da sottovalutare che da qualche decennio a Palmi non si nasce più.

    Senza scivolare in un bieco campanilismo, per quante altre generazioni si dovrà sopportare che i documenti di identità non riportino Palmi come luogo di nascita?

    Con ogni evidenza, il problema dell’assenza di un reparto di ostetricia è cosa assolutamente marginale rispetto al fatto che a Palmi si muore, … anziché nascere (al netto di ogni demagogica retorica).

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