I calabresi non disdegnano l’Europa. Il flusso m1gratono verso la Francia, la Germania, la Svizzera, massimo a metà del secolo passato, è tornato a registrare negli ultimi anni valori importanti. Alle ultime consultazioni per l’elezione dei membri del parlamento europeo i calabresi che sono rimasti nella loro regione sono andati a votare per il 45,8%. Pochi rispetto ad altre regioni della penisola, ma decisamente meglio dei siciliani (42,9%) e dei sardi (42%). La circoscrizione elettorale sud, nella quale è inclusa la Calabria, ha eletto 17 parlamentari. Sei sono andati al PD, cinque al Movimento Cinque Stelle (M5S), quattro a Forza Italia, uno ciascuno a NCD-CCD ed alla lista Tsipras. Campania e Puglia hanno fatto la parte del leone: si sono aggiudicati rispettivamente 8 e 5 eurodeputati. Un eurodeputato a testa è andato anche all’Abruzzo, al Molise ed alla Basilicata. L’ultimo eurodeputato, sotto ogni profilo un outsider, è Lorenzo Cesa, romano, eletto per NCD-UCD. In realtà a rappresentare i quasi due milioni di calabresi ci sarà Laura Ferrara, eletta per il M5S, una napoletana ma che vive a Cosenza. Se le alleanze di Grillo andranno in porto con la formazione di un gruppo all’europarlamento, Ferrara, con i suoi colleghi del M5S, siederà nei banchi di Strasburgo insieme agli eletti del partito inglese per l’indipendenza (UKIP) di Nigel Farage. Il programma di Farage, alleato nella precedente legislatura con la Lega Nord di Borghezio, è davvero molto chiaro. È radicalmente ostile all’immigrazione nel Regno Unito da qualunque parte provenga, anche dagli altri paesi europei. Nel suo paese è sospettato di razzismo e di sessismo ma per Grillo Farage ha senso dello humor e non è razzista. Ha lasciato i Tories, il partito conservatore inglese, dopo la firma del trattato di Maastricht, ed è un fiero avversario della comunità europea. Il suo slogan preferito è “Fuori l’Europa dal Regno Unito”. Ammira Vladimir Putin ed in economia è !iberista. È favorevole a maggiori privatizzazioni ed è uno strenuo difensore della City, la borsa londinese. Forse non esattamente quello che servirebbe alla Calabria. E Peppe Scopelliti? Non è bastato lo sforzo compiuto da uno stuolo di consiglieri e di portaborse sparsi per tutta la Regione, né son servite le molte migliaia di manifesti con i quali, in barba ad ogni regolamentazione, è stato tappezzato ogni angolo di comunicazione possibile, occupando gli spazi assegnati e quelli riservati alle altre liste. Scopelliti, pur con 42 mila preferenze, non ce l’ha fatta. Anche lui è fuori dall’Europa, ma questa volta almeno la sentenza l’hanno emessa i calabresi.
Palmi 21/06/2014 – Pino Ippolito Armino