Alle sdegnate reazioni hanno fatto seguire la strategia del silenzio. Confidano che i cittadini, come troppo spesso accade, si rassegneranno. Pensano, come in Napoli milionaria, che ha da passà ‘a nuttata.
Sono gli amministratori di Palmi, la giunta comunale guidata dal sindaco Barone e la maggioranza di centro-destra che due anni fa si è insediata a palazzo San Nicola. Ma la vicenda del Piano Strutturale recentemente adottato dal Consiglio Comunale di Palmi merita – ed avrà – attenzione ben oltre quella della sola opinione pubblica della città della Varia. Troppo scempio è già stato fatto delle coste e delle città calabresi per consentirne l’indisturbata prosecuzione, per di più al riparo di uno pseudo strumento urbanistico.
Dopo anni di selvaggio sacco, il Quadro Territoriale Regionale Paesaggistico ha infine posto, nell’aprile 2013, il divieto assoluto di edificabilità nella fascia costiera interna ai trecento metri dal confine del demanio marittimo. Per tutta risposta, qualche mese dopo, la Giunta Comunale di Palmi all’unanimità deliberava di proporre al Consiglio Regionale la trasformazione di quel vincolo da “inibitorio” a “tutorio”, con la conseguenza che – ove questa nuova impostazione fosse stata accolta – si sarebbe potuto costruire anche all’interno dei trecento metri, salvo il parere contrario della Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici. Non è ancora noto se la Regione abbia deciso sull’osservazione, ma sta di fatto che il Piano adottato dal comune di Palmi non rispetta il vincolo dei trecento metri e proietta un’insensata “Città del Turismo” spesso sino a centocinquanta metri di distanza dalla battigia, per tutta la lunghezza della fascia costiera, dalla foce del Petrace al Sant’Elia.
Né può dirsi che occorrano abitazioni: molte case del centro storico sono abbandonate ed il già edificato è in grado di ospitare addirittura tre volte il numero attuale dei residenti. Eppure il Piano prevede nuove aree edificabili che cancelleranno parte del suolo agricolo e snatureranno la città che è stata già disgregata, a partire dagli anni ’80 del secolo scorso, con la comparsa di osceni quartieri periferici. Ancora: si progettano ambiti residenziali di completamento immersi nel verde e nuovi insediamenti per servizi localizzati in aperta campagna; metà dei parcheggi necessari alla città sorgerà in una località periferica (la Motta); il verde pubblico sarà concentrato, bella forza!, sul Sant’Elia.
Ma se qualcuno pensasse che tutto questo non abbia un senso è perché non conoscete i dettagli del Piano. È stato documentato, mappe catastali alla mano, l’interesse “diretto” di alcuni amministratori, incluso l’assessore all’Urbanistica Natale Pace, e dei progettisti del luogo chiamati a redigere il Piano con speciali modalità, senza cioè procedure concorsuali o ad evidenza pubblica. Questi ultimi hanno compiuto un autentico prodigio perché – per avvantaggiare se stessi ed i loro clienti – sono stati anche lautamente pagati. Se ciò non risultasse già sufficientemente riprovevole si possono leggere i documenti prodotti dal gruppo di progetto. La sgangherata Relazione Generale, composta di oltre duecento pagine, è stata scritta a più mani: quelle locali che l’hanno infarcita di errori ortografici e di ogni altro possibile genere, incluse violazioni all’aritmetica di base, e quelle forestiere, in particolare, grossetane. I progettisti hanno infatti attinto, anche questo è ben documentato, al Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Grosseto, senza neppure accorgersi o curarsi dei frequenti riferimenti alla legge urbanistica regionale della Toscana! Incredibile, ma vero!
Per la documentazione di maggior spessore tecnico, il Regolamento Edilizio Urbano, si sono invece “ispirati” a Pinerolo, copiando senza ritegno le norme che regolano le intercapedini, i muri di sostegno, i numeri civici, i parapetti, le ringhiere, i passaggi pedonali, i marciapiedi, i passi carrabili, le piste ciclabili … e finanche i portici! Anche questo incredibile, ma vero!
L’indignazione di tutti i cittadini di quella che sarà la futura “città metropolitana” – certamente interessati a preservare uno dei suoi luoghi più belli, la Costa Viola, di cui Palmi è la perla – sarà di grande sostegno per chi sul campo, proprio a Palmi, si batte per azzerare questo vergognoso Piano Strutturale.
Ottobre 2014 – Pino Ippolito Armino
Articolo già pubblicato nel giornale on line “Il dispaccio” il 19 ottobre 2014. (vedi pagina)
L’opposizione consiliare ha fatto sfracelli, nevvero?… Qualche suo componente ha affermato, con supremo sprezzo del ridicolo,
dover semmai partire la ribellione (al progettato sacco della città) dai cittadini. Per favore, schiodatevi dagli scranni , liberate nos.
… è già conto alla rovescia!
E’ ora di tirare la catenella!
Apodittico a mia?
Assessore se l’è cercata.
Ecco come l’ Amministrazione comunale “reagisce” alle nostre “denuncie” pubblicate sul mensile del circolo (Azione Metropolitana) nel mese di settembre (e precedenti).
Verbale del Consiglio comunale del 23 ottobre 2014
Fai clic per accedere a verbale-23-10.pdf
Seduta a dir poco grottesca.
E’ la definizione esatta! Ancor più alla luce del manifesto dell’assessore Pace apparso stamane sui muri della città con una forma di solo apparente ufficialità. Infatti, a leggere le stupefacenti dichiarazioni rese nella seduta di C.C. del 23.10.2014, tutto si può dire tranne che le posizioni espresse in ambito comunale siano univoche, precise e concordanti. A me sembra più una seduta di autocoscienza che di amministrativo non presenta neppure l’ombra. E’ un “si salvi chi può”: consiglieri non possessori di immobili di interesse del PSC (qualcuno addirittura dichiara di non possedere neppure beni mobili: nè un accendino, mai un gelato o un paio di mutande), che, di fatto, prendono le distanze da coloro (colleghi consiglieri e tecnici) che figurano come possessori di immobili ricadenti nel PSC. La solita posizione mistica del sindaco che, en passant, trasmette le carte alla procura della Repubblica. Comunque è già un passo avanti. Chiediamo all’amministrazione comunale di intervenire con altrettanta “chiarezza” anche su altri argomenti (non) dimenticati: PUT (piano urbano del traffico, mistero della lettera di Villa Repaci, ecc. ecc., ecc.).
Sull’incontro con un sindaco di tutto rispetto.
Si è pronunciato contro le grandi opere e gli si è opposto che a volte sono necessarie, come il collegamento su strada porto- ferrovie. Vero, certamente. Tuttavia come non essere realisti?
Proprio a proposito di porto di Gioia Tauro, come non rilevare che la bretella stradale porto -imbocco autostradale di Rosarno , nei pochi chilometri di competenza Provincia, è sin dall’apertura priva di qualsiasi segnaletica ( perfino della striscia bianca al centro) e infestata da erbacce di ogni tipo: pericolo autentico per le autovetture e i tir che la percorrono. Che la grande strada di comunicazione Ionio-Tirreno non è stata MAI messa in sicurezza e morti si sommano a morti (gli ultimi sei due giorni addietro)? Viadotti altissimi che hanno barriere di protezione (guardrail) basse e fragili: inutili sotto quell’aspetto; e mai attivati strumenti atti al controllo della velocità.
Se i politici non iniziano a lavorare sul ‘poco’ , è perfettamente superfluo – secondo il giudizio di noi poveri mortali, cittadini del nulla – sperare che’ il tanto’ si realizzi. Un faraone- neanche in seguito mummificato- ritenne che si potesse continuare a lavorare sul progetto Ponte. Ci chiediamo chi restituirà ai calabro-siculi affamati e all’Italia tutta i miliardi al tempo della lira spesi per i progetti preliminari e per pulire le piume dei pennacchi dei vari presidenti di Comitati , più o meno tecnico-scientifici….
Quanto alla città, la previsione, insieme al resto, di uno stravolgimento di piazza Primo Maggio ,riduttivo degli spazi di agorà , ove si cominci a realizzare, dovrebbe vedere gli operai passare sui corpi dei palmesi. Interpellare magari – circa l’estetica- chi di bellezza capisce e si occupa (si preoccupa), uno Sgarbi o altri, che si fionderebbero volentieri per fermare l’empietà, questa e tanta altra in cantiere (Psc).
Concordando in toto con quanto scritto da S., posso tuttavia almeno su un punto rassicurare e rassicurarmi: la Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici ha bocciato lo sciagurato piano per piazza I maggio. Ci sarà un giudice a Berlino anche per il Piano Strutturale? Chissà. Ma non attendiamo il suo intervento, possono azzerarlo i cittadini sottoscrivendo la petizione che abbiamo promosso.