10 – Scandaloso! Nato male e finito peggio

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Il documento grossetano è piaciuto molto ai progettisti del PSC palmese al punto che ne hanno tratto buona parte del capitolo 7 della “loro” Relazione Generale. Molto sagacemente vi hanno però sostituito, immaginiamo con grave sforzo d’intelletto, il termine P.T.C. (Piano Territoriale di Coordinamento) con P..S.C. (Piano Strutturale Comunale). Termine, quest’ultimo, che invero è parso loro più appropriato per l’occasione. Bravi!Il testo “preso a prestito” conteneva anche qualche riferimento anche alla Legge 5/95 riguardante norme per il governo del territorio. Sicchè lo ritroviamo pari pari nella relazione palmese, in particolare alle pagine 130 e 132. Nulla di male si dirà se non che quella legge, la 5/95, è Legge Regionale della Regione Toscana!

Il capitolo quinto, ancora della Relazione Generale, riguardante la pianificazione paesaggistica è invece “liberamente tratto” dal Piano Comunale di spiaggia del Comune di Parghelia. Ad incuriosire è il passaggio di pag. 70 dove si auspica “l’azione di ripascimento e risanamento dei fondali, superando la mera azione di difesa dall’erosione, fondata su barriere a mare …”.

Di che si tratta? Delle barriere, cosiddette soffolte, che sono state impiegate a Parghelia per contrastare l’erosione della spiaggia per opera delle mareggiate. Una soluzione che, forse ignoravano i nostri progettisti, non è mai stata usata a Palmi. La previsione più originale ed ardita è però contenuta nel nuovo Regolamento Edilizio Urbano, laddove al Titolo VII (Norme Igienico-Sanitarie) l’articolo 56 disciplina la realizzazione di nuovi… portici! In questo caso la musa ispiratrice è il regolamento Edilizio della Città di Pinerolo, città per l’appunto porticata. Di Pinerolo sono piaciute anche le norme che regolano le intercapedini, i muri di sostegno, i numeri civici, i parapetti, le ringhiere, i passaggi pedonali, i marciapedi, i passi carrabili, le piste ciclabili… e molto altro ancora.

Decine e decine di pagine interamente copiate un pò qua, un pò là, senza neppure la cautela di verificare la possibile applicazione integrale al caso Palmi. Decine e decine di migliaia di euro dei cittadini spesi per ricavare questa “ispirata” documentazione professionale. Non sarebbe il caso che l’Amministrazione agisse per farsi rimborsare il compenso percepito da quei professionisti?

Circolo A. Armino

Articolo pubblicato in Azione Metropolitana del mese di agosto 2014.

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