Torniamo su una questione già accennata riguardante il Piano Urbano del Traffico (PUT), deliberato nel 2006 dall’amministrazione comunale di Palmi p.t., per richiedere un pieno e definitivo chiarimento da parte dell’amministrazione comunale, nei termini che si presenteranno più adeguati. La vicenda è caratterizzata da evidenti passaggi critici che devono essere chiariti, per la consapevolezza che a precise e gravi prese di posizione devono corrispondere altrettanto precise assunzioni di responsabilità, specie se si tratta di un interesse pubblico. In breve, prendendo spunto da una nota del nostro Circolo sulla rotatoria Concordato, si innescò una polemica sul PUT, fino ad arrivare ad una interpellanza dell’attuale Sindaco Barone, alla quale, in risposta alla stessa, in data 16 ottobre 2012, il dott. Francesco Managò, comandante della Polizia Municipale (PM), riferiva mediante una relazione con n. di Prot. 22297. In detto rapporto, come si legge, ad una introduzione “giuridico-storica” sul tema, seguono una serie di valutazioni sprezzantemente negative sull’iter gestionale della pratica dello strumento urbanistico in parola, con indicazioni, sia pure del tutto generiche, ma senza nulla togliere ai toni sostenuti di cui sopra, di violazioni di leggi e regolamenti, stravolgimenti ed illiceità di ogni genere. Riferiva pertanto il dott. Managò, per i “motivi” esplicati, di non avere ritenuto di “darvi attuazione”. In conclusione, il comandante riferiva di avere inoltrato informativa di reato alla Procura della Repubblica di Palmi, ove si diceva edotto essere pendente “il procedimento”, nonché alla Corte dei Conti di Catanzaro, ove pure diceva essere “stata aperta una vertenza atta all’accertamento delle responsabilità in ordine al danno erariale patito dal Comune di Palmi”. Considerato che, trascorso più di un anno dalle predette denunce agli organi istituzionali in ordine alla gestione del PUT da parte del capo di PM – attese le medesime sue dichiarazioni – senza che abbiano le stesse avuto alcun seguito se non in termini di archiviazione, come è stato accertato, si chiede al Sindaco di Palmi, nell’interesse della buona gestione della cosa pubblica, di volere dare chiarimenti sulla vicenda gestionale del PUT, alla luce della responsabilità che l’Ente comunale deve assumersi sia per la sua mancata applicazione, che in ordine alle misure che intende adottare nei confronti del dott. Francesco Managò, il quale ha, a questo punto, omesso, per la sua parte di competenza, atti di amministrazione importanti, vanificandone costi ed assunzione di impegni; al Presidente del Consiglio Comunale di Palmi di conoscere le determinazioni dell’Assemblea Consiliare sul punto.
Palmi 31/12/2013 – Circolo “A. Armino”
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Rotatoria Concordato – Palmi 30/1/2012
Deliberazione del Consiglio Comunale del 16/06/2006- Approvazione del PUT
Deliberazione della Giunta Comunale n.157 del 22/07/2004- Affidamento incarico redazione del PUT
Delibera dell Giunta Comunale n. 234 del 12/10/2006- indirizzo viabilità zona piazzale Concordato
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Riscontri nei quotidiani locali:
L’ora della Calabria – 4 gennaio 2014 “Viabilità, circolo Armino chiede chiarezza sull’indagine di Managò”
Gazzetta del Sud -5 gennaio 2014: “Put, il circolo Armino chiede chiarezza”
L’ora della Calabria – 8 gennaio 2014: “Put, piano cestinato. Nella realizzazione serie di illeggittimità”
L’ora della Calabria – 9 gennaio 2014: “Piano urbano. Il comandante svela tutte le irregolarità”
Gazzetta del Sud – 9 gennaio 2014: “Scintille tra il circolo Armino e Managò”
Gazzetta del Sud – 10 gennaio 2014: “Barbaro. Si è chiusa con l’archiviazione…”
L’Ora dellaCalabria -18 gennaio 2014: Ing. Penna “Il PUT è leggittimo. Chi dice il contrario non sa di cosa parla”
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Sembra dunque avviato il confronto sul tema sollevato dal Circolo “Armino” circa le sorti del PUT. Ritenuto in modo particolare l’articolo apparso oggi sul quotidiano “L’Ora della Calabria”, si impone una nota tecnica di chiarimento sulla vicenda, ormai nota, delle indagini avviate dalla Procura della Repubblica di Palmi, e poi concluse con decreto di archiviazione del Giudice per le indagini preliminari. Sul punto, va assolutamente spiegata l’esatta portata del pronunciamento di archiviazione a seguito della notizia di reato, come uno dei possibili esiti delle indagini espletate. Ciò in considerazione del commento stesso contenuto nell’articolo giornalistico in parola, nel quale – più o meno ingenuamente – si riporta la motivazione della avvenuta archiviazione per gli indagati, per “prescrizione del reato”, indicando esplicitamente tale formulazione come una sorta di archiviazione “sfavorevole” agli indagati, e che pertanto consente di trarne argomento a loro svantaggio. Non è certo il caso ora di introdurre una dissertazione giuridica sull’istituto dell’archiviazione, ma certamente di affermare che, così come è fatto divieto al GIP (giudice delle indagini preliminari) di proporre un qualsiasi accenno di valutazione, diretta o indiretta, sulla colpevolezza dell’indagato, nel suo provvedimento di archiviazione, anche per intervenuta prescrizione del reato, a maggior ragione non è consentito ad alcuno, sia che si tratti di persona interessata o di giornalista, di commentare ad uso proprio le ragioni di archiviazione le quali, per legge, sono solo favorevoli all’indagato.
Le persone mediamente sensibili comprenderanno subito le ragioni di un tale concetto, affermato, ribadito e imposto dalle giurisdizioni superiori, con il divieto di formulare condanne segrete e, quel che è peggio, senza processo, come sicuramente a qualcuno piacerebbe. Altra breve considerazione sul punto – a dire il vero banale, ma non per questo meno importante – è che non è consentito ad alcuno di arrivare là dove non è arrivato il giudice, e quindi di sostituirsi ad esso, con argomentazioni sul merito del fatto archiviato, sfavorevoli all’indagato. Chiunque faccia pertanto le proprie considerazioni, in piena libertà, ma si avveda di non interpretare scorrettamente un evento giudiziario a danno di altri.
Completo per maggiore precisione il contenuto del pezzo precedente, per indicare come caso di scuola il punto dell’articolo de “L’Ora della Calabria”, dove si dice esattamente che il procedimento è stato archiviato “non per mancanza di indizi…”; orbene, è proprio questa la dizione vietata dalla legge, non consentita cioè, nè al giudice che chiude le indagini, tanto meno, come dicevo, a chiunque si occupi della vicenda giudiziaria conclusasi in modo sfavorevole solo per chi l’ha proposta. Una sentenza della Corte di Cassazione su tutte: “nel caso in cui al GIP sia stata richiesta l’archiviazione per difetto di una condizione di proseguibilità o di procedibilità ovvero per intervenuta estinzione del reato…., questi in tal caso deve pronunziarsi senza motivare sulla insussistenza di prove favorevoli all’indagato, giacchè altrimenti costui verrebbe a subire un provvedimento di archiviazione a lui sfavorevole nella motivazione, senza potere esercitare il diritto di difesa e senza poter esperire alcun mezzo di gravame, non essendo il provvedimento impugnabile ( Cass. 19.10.1990).
Mi scuso per la pedanteria, ma ritengo che l’informazione sia ritenuta interessante per tutti coloro che optano per il rispetto delle regole.
Si fa un gran polverone, sui giornali e su pagine FB ( più o meno “personali”), per distogliere l’attenzione dal reale problema.
Definire il potere discrezionale di un Responsabile di Settore ( ma anche di un semplice impiegato) nell’applicare o meno i deliberati di un Consiglio Comunale o della Giunta.
Le “personali opinioni” sulla illegalità degli atti ( che può essere “sancita” solo da una sentenza dei tribunali competenti, nei soliti tre gradi di giudizio) e sulla “conformità” del progetto alle leggi vigenti possono giustificare da sole l’esercizio del potere personale di non “darvi attuazione”?
Il Put o qualunque altro atto di una Amministrazione Comunale può certo essere annullato da sentenze di tribunali, superato o annullato da altri atti della Amministrazione stessa o di successive, ma è tutto da dimostrare (e non mi pare possibile) che possa essere annullato dai pareri personali di un impiegato, sia pure esso Responsabile di Settore. Se così fosse perchè perdere tempo ad eleggere una Amministrazione Conunale (espressione della volontà popolare), distinguere la burocrazia dal potere politico (legislativo) ecc ecc?
Bene. Altro aspetto chiarificatore di Gustavo. Ormai si sta andando a ruota libera. Oggi “L’Ora della Calabria” pubblica la notizia dei “presunti impicci” (!) “svelati” dal Managò. Ma insomma, non solo si torna su fatti per i quali è intervenuta la magistratura decretando la fine dell’inchiesta con l’archiviazione e sui quali non c’è stato alcun processo, ma si pretende il processo di farlo ora, fuori dai canoni, sui giornali, e in tutti i posti possibili e immaginabili, contestando atti che non si possono più sindacare perchè non sono mai stati impugnati e sui quali non è intervenuto, come correttamente osserva Gustavo, nessun magistrato amministrativo per disapplicarli. Vi sembra questo un modo ortodosso di procedere? Tra le altre cose, il giornale, forse per avvalorare la tesi che i soldi siano stati spesi inutilmente, dice che il Comune “non ha mai potuto adottare” il PUT. La detta nota, infatti, non risponde al vero, avendo la giunta comunale, con delibera n. 234 del 12.10.2006, in attuazione del PUT, e vista l’ordinanza n. 102 del 30.5.2006 del responsabile del Settore della Vigilanza, disposto (in indirizzo) l’eliminazione della rotonda di Via Concordato, al fine di rendere più fruibile il traffico, ecc., ecc. Incaricava, perciò, la giunta, il responsabile del Settore Vigilanza di darne esecuzione!
Stiamo insomma parlando attualmente di “presunti reati” e persino – incredibile dictu – di “impicci”, neppure questi veri ma anch’essi “presunti”. Altra notizia destituita di ogni fondamento è che si sia negata ai cittadini la possibilità di chiedere modifiche, per come previsto dal Ministero dei lavori pubblici. Al contrario, numerose sono state le sedute pubbliche in C.C., alla presenza dei consiglieri comunali, prima della sua approvazione (a proposito, che fine ha fatto il Consiglio Comunale in questa vicenda? sembra di rivivere la barzelletta del caporale istruttore che si gira indietro e non trova più il suo plotone). E adesso, chi deve fare le veci della magistratura? il Sindaco? l’assessore alla legalità? il segretario generale? Consentitemi di dire che, secondo il metodo che si sta applicando, siccome tutto è possibile, in ognuno di tutti noi si può nascondere il colpevole di qualcosa. Basta un’ipotesi.
Delibera dell Giunta Comunale n. 234 del 12/10/2006 richiamata nel precedente commento di FB
Fai clic per accedere a deliberagiuntacomunale12_10_2006.pdf
Ho la convinzione, leggendo e rileggendo gli ultimi scritti pubblicati sull’argomento, che si stia ancora continuando a considerare la cosa pubblica come se fosse una “res privata” e magari assegnata in dote a chi è incaricato “esclusivamente” a svolgere, per e nell’interesse collettivo, un pubblico servizio e non altro.
Concordo con Gustavo sul fatto che bisogna ben definire, una volta per tutte, quali siano i compiti della politica, delle istituzioni e quali quelli dei dipendenti amministrativi.
L’attenzione riservata a questa questione, registrata dai diversi interventi sulla stampa locale oltre che su questo sito, conferma l’importanza che, come appare oramai chiaro, essa assume ben al di là del Piano Urbano del Traffico deliberato nel 2006. Anche in attesa di una risposta da parte del Sindaco e/o del Presidente del Consiglio Comunale, autorità alle quali abbiamo indirizzato la richiesta di chiarimenti e dalle quali attendiamo con fiducia le pertinenti valutazioni, qualche prima considerazione è perciò possibile e forse anche necessaria.
1. Non abbiamo alcun interesse particolare nell’applicazione di questo PUT ma abbiamo interesse, questo sì, che i deliberati del Consiglio Comunale, libera espressione della volontà popolare, indipendentemente da quale maggioranza politica vi abbia provveduto, siano eseguite dai funzionari comunali senza riserve e senza l’assunzione, del tutto indebita, di considerazioni che attengono alla sfera giurisprudenziale. Fatta salva, com’è ovvio, la facoltà di rivolgersi al giudice per vedere soddisfatte le proprie ragioni quando queste, per qualche verso, si ritengano offese, il funzionario è tenuto ad ottemperare le decisioni assunte dall’organo politico; in caso contrario, come risulta all’evidenza, nessuna scelta e nessun progetto diventa attuabile, lasciato come sarebbe all’arbitrario giudizio dell’impiegato incaricato di darvi attuazione.
2. Non abbiamo elementi, come altri sembra avere, per denunciare l’illegittimità degli atti relativi al PUT in questione. Se li avessimo, senza riguardo per nessuna parte politica, li presenteremmo senza indugio alla Magistratura.
Certo. Colgo viepiù l’occasione per tornare sul concetto base, esposto con particolare sensibilità ed efficacia esplicativa da G.I.: si aprano questioni purchè siano originali (fantastichiamo: un contatto con al qaeda – tramite PUT – finora sfuggito ai radar ispettivi) e non su ipotesi e circostanze già passate al vaglio della Magistratura, e quindi garantite all’interesse pubblico sotto il profilo della legalità.
D’accordo circa il fatto che, se siamo ancora in uno Stato di Diritto, si debba chiudere una vicenda penale archiviata senza nulla più sindacare o aggiungere sulla medesima e sugli indagati (ut supra Cass.).
Sulle decisioni autonome del dirigente circa atti necessari all’attuazione del PUT, allorchè approvato, e che gli competevano, le riserve appaiono più che legittime.
Ad ognuno il suo: il ‘ Fai da te’ sembra invece avere la meglio sul rispetto dei ruoli e delle competenze. E poi ci lamentiamo che la macchina comunale non funzioni.
Quasi fuoco…(ricorderete tutti il famoso giochino che comincia con l’acqua e finisce col fuoco quando la “cosa” è stata finalmente trovata). La Gazzetta di oggi pubblica le mie precisazioni sul significato dell’archiviazione. Certo, il diritto è materia difficile, ma con un ultimo sforzo si può arrivare ad eliminare del tutto l’uso di mettere necessariamente a confronto ( se io dico che alla Tonnara c’è il mare, il giornalista non deve fare l’arbitro tenendo conto dell’opinione di chi dice che invece è un posto di montagna) un “contraltare” all’unica interpretazione consentita dell’archiviazione, nel solo senso favorevole all’indagato.
Sono stati aggiunti due nuovi documenti (vedi articolo):
Delibera Consiglio Comunale- Approvazione del PUT
Delibera di Giunta-Afidamento incarico di redazione del PUT
A mente un pò più fredda, e ad un esame ancora più attento, la domanda aperta posta dal circolo in primis al signor sindaco, appare sempre meno peregrina. Infatti: posto che la parte offesa nel procedimento intentato dal Comandante di P.L. risultava ufficialmente il Comune di Palmi, ne deduco, posto pure il principio di imputazione giuridica ad agire (rappresentanza e mandato ad agire della parte lesa), che tutta l’intera vicenda si sia svolta all’ “insaputa” del Comune (non a caso avvisato en passant, e a cose già fatte nell’ottobre 2012), quale soggetto praticamente estraneo ai fatti, il quale, paradossalmente, non sapeva neppure di essere stato leso, stante il suo mancato coinvolgimento! Ecco perchè l’attesa di una risposta sulla ragionevole pretesa di conoscere il “pensiero” ufficiale del Comune in merito ai fatti appare sempre più eccitante. Ci dica il sindaco che cosa è successo.
L’Ora dellaCalabria: ing. Penna “Il PUT è leggittimo. Chi dice il contrario non sa di cosa parla”

Una storia, questa, che partendo da poco sta assumendo connotazioni kafkiane intrecciate a fantasiosi illeciti, complotti, interessi, ecc ecc.
Un errore di valutazione, normale per ogni persona comune di questo mondo, non viene ammesso dal Comandante Managò, che evidentemente si ritiene esentato da questa umana possibilità. Questo lo obbliga ad invischiarsi sempre più in azioni ed illazioni, praticamente senza via d’uscita, che aggravano sempre più l’errore iniziale.