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Palmi 24-04-2013 – Circolo A. Armino
Nota inviata ai quotidiani locali :
Come in ogni altra città italiana, di media o di grande dimensione, al nord come al sud della penisola, anche a Palmi si è celebrato il 25 aprile, la festa della liberazione dalla dittatura fascista e della ritrovata unità nazionale compromessa dall’entrata in guerra al fianco di Hitler. Siamo felici di questo risultato anche se è stato il frutto della sola organizzazione spontanea di associazioni e di partiti che hanno espresso la volontà di partecipare a questa festa insieme a tutta la comunità nazionale, mentre risulta incomprensibile la mancata partecipazione dell’Amministrazione Comunale e dei suoi rappresentanti che certamente ben sanno che, senza il 25 aprile del 1945, semplicemente oggi non sarebbero, perché il fascismo, nel settembre del ‘26, abolì i consigli municipali e li sostituì coi podestà di nomina regia.
Ancor più suona singolare la scelta operata dall’Amministrazione Comunale di organizzare, proprio nella stessa giornata, e addirittura nelle stesse ore in cui si svolgeva la festa, una messa “in ricordo di quanti persero la vita in nome dell’Italia durante l’ultimo conflitto mondiale”. Non sfugge il tentativo, ipocrita perché ammantato dalla cristiana pietas, di uniformare il giudizio storico su Matteotti a quello dei suoi assassini, di equiparare le vittime innocenti delle leggi razziali ai suoi meschini propugnatori, di accomunare chi prese le armi per liberare l’Italia dal nazifascismo a chi, invece, le mise al servizio della bestia nazista.
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Vedi : Hanno tradito la Liberazione
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“Da tempo ormai lungo si ripropone a Palmi, a ogni piè sospinto, una incolta commistione tra religione e politica.
Anche per questa imminente ricorrenza del 25 Aprile, l’amministrazione comunale in carica offre una “riflessione” con una Messa a suffragio di tutte le vittime della seconda guerra mondiale. Bene (si fa per dire) il valore religioso dell’iniziativa, ma che ne è dell’aspetto più legittimo, vale a dire più pertinente alla ricorrenza, quello laico? Neppure l’ombra. Grave intanto servirsi dello scudo religioso per non commemorare, di fatto, le vittime del principale soggetto verso cui è rivolta la vera riflessione sul 25 Aprile: il nazi-fascismo; pregare poi per i tanti criminali che hanno pagato per i loro orrori, è davvero troppo per un ente che dovrebbe cogliere il senso dei valori autentici della celebrazione. E’ auspicabile che, dopo ben sette anni di oblio su questi temi fondanti (clamorosa una ridicola nota a mezzo manifesto sul 27 gennaio, Giorno della Memoria, di qualche anno fa, su imput dichiarato di una circolare prefettizia), le amministrazioni della Città di Palmi tornino a riprendere il loro ruolo di interpreti dei valori laici dello Stato.”
La “pietas”, virgiliana, verso i morti, che può essere conseguenza sia di sentimenti religiosi che di una giusta etica laica, non deve mai essere confusa con i “giorni della memoria”. Indispensabili per ricordare ed insegnare. Il perdono cristiano, o laico, è cosa ben diversa dal giudizio sulle responsabilità storiche e non ci deve essere nessuna commistione tra le due cose