La sinistra altrove

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Ci stiamo occupando, su queste colonne, di rapporti tra cittadini e amministrazione pubblica, un tema di notevole importanza e attualità, con e senza particolare riferimento a quella comunale palmese. Lamentiamo e denunciamo un vuoto di collegamento con coloro che, per la funzione di rappresentanti più prossimi tra lo Stato e i cittadini, dovrebbero sentire la responsabilità, l’obbligo, nonché il decoro, di interloquire continuamente con i cittadini, come d’altronde, in altre occasioni amministrative, è regolarmente avvenuto, nel solco delle migliori tradizioni democratiche della Città.

Il trattamento funebre riservato alla Festa Nazionale della Liberazione, il 25 Aprile, dall’amministrazione comunale (una funzione religiosa in “ricordo” dei caduti per la libertà), è, in questo senso, espressione della massima eloquenza. In un ambito sia pur ristretto – e reso “adeguatamente” tale – ci si è soffermati sull’argomento del silenzio, uno dei più efficaci strumenti di difesa degli attuali amministratori palmesi, contro ogni esigenza di chiarezza su disparate questioni: dalla destinazione di beni che interessano l’intera popolazione, a pratiche amministrative controverse, ad una miriade di atti e comportamenti dolenti. Non è un bell’esempio, in certi casi, il silenzio: della sua nefandezza ha trattato diffusamente Roberto Saviano, noto autore di “Gomorra”, descrivendo il clima di isolamento che precedette l’uccisione della giornalista russa Anna S. PolitKovskaja e – per dire della più vicina e recente, nonché scandalosa vicenda dell’Ora della Calabria, ovvero blocco della stampa dell’edizione riservata all’indagine a carico del figlio del senatore Antonio Gentile per le consulenze d’oro all’ASP provinciale di Cosenza – il direttore dell’Ora della Calabria, Luciano Regolo, che ha titolato così puntualmente un suo editoriale: “I politici calabresi e l’informazione. Possono essere intolleranti, muti o logorroici. A seconda di ciò che conviene. Peppe Scopelliti non risponde alle nostre domande da 25 giorni” (12.4.2014). Non c’è alcun dubbio che, per gli effetti anche indiretti in termini di disvalori che questo infausto strumento produce e rappresenta, si tratti di una forma di violenza, sia che custodisca situazioni di illegalità organizzata, mero opportunismo, o che sottenda al rifiuto del criterio democratico, secondo ispirazioni e propensioni elitarie. Né servono oramai ad incantare le celebrazioni appariscenti e le “ingegnose” strutture di “legalità”, essendo solo storia vecchia che non dimostra nulla sotto il profilo dell’effettivo rispetto della legge: basta forse che un ente sia dotato di un’insegna di legalità per essere considerato indefettibile sotto questo aspetto? Né la logica né la storia del nostro comprensorio dicono che sia così. Anzi, sarebbe auspicabile ingenerare il diverso convincimento nelle persone, soprattutto giovani, che la legalità non è una vetrina. Tornando al caso “Gentile”, non può essere sfuggita una ulteriore criticità del sistema Calabria, rappresentata (anche) dall’assenza politica della sinistra, la cui inconsistenza, nonostante si sia da un pezzo abituati, in alcune particolari occasioni ci riporta alla cruda realtà: l’assoluta anormalità della situazione socio-politica nostrana. In tema, sempre Regolo su l’Ora della Calabria: ”…Ma anche a sinistra c’è chi pur non appoggiando Peppe e i suoi, li sostiene col silenzio, come per una sorta di patto non scritto…”. Un compito ben ribadito anche qui, al quale non si sottrae neppure una sinistra soi disant, alternativa, quando di tanto in tanto diviene promotrice di “intenzioni” di largo respiro che comprendono visioni di orizzonti lontani e obiettivi ambiziosi di tutto rispetto, oltre che locuzioni, che sembrano però rigorosamente disdegnare il terreno sul quale si poggiano i propri piedi: sempre in alto, o a lato, di dietro o in movimento. Purché non qui e adesso. Tutta la Regione è paese.

(articolo pubblicato sul mensile del circolo, “Azione Metropolitana” di aprile – viene ripubblicato sul sito per permettere ai nostri lettori di esprimere un proprio parere)

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