La scuola di San Leonardo verrà chiusa?

Circolo Politico-Culturale “A. Armino” -Palmi

Lungo la statale 18 che conduce, verso nord, alla vicina Gioia Tauro, al di qua delle abbandonate Ferrovie della Calabria, sorge il quartiere di San Leonardo, vittima da più di trent’anni di molti abusi edilizi e di molte sanatorie, un paesaggio di case incompiute, edifici abbandonati e preesistenti ad una caotica espansione edilizia, strade dissestate. Il quartiere si caratterizza anche per l’assenza di spazi verdi attrezzati, di “isole di aria fresca” e di sfogo per i bambini, cioè di quei luoghi che sono il presupposto per lo sviluppo della coesione sociale e di buone relazioni di vicinato. Alle spalle e tutt’intorno distese maestose di ulivi. Su questo confine tra orrore e bellezza sembra si consumi, con la probabile chiusura della scuola d’infanzia, la rinuncia all’istruzione, il fallimento della politica locale, la svendita del territorio. Sradicare l’istruzione da questo quartiere, in base a mere considerazione di carattere economico e burocratico, equivale a svuotarlo, rinunciando a quella unica forma organizzata esistente in quartiere della vita e delle sue relazioni sociali che così grande importanza hanno per un ambiente sostenibile.

Dove c’è scuola i genitori dei bambini s’incontrano, parlano, stimolano la vita associativa, si creano luoghi di relazione come può essere un bar, un negozio di generi alimentari, una biblioteca e forse anche una farmacia, un ufficio postale. Ci si dovrebbe perciò orientare verso forme urbane che prevedano una maggiore prossimità fra abitazioni, negozi, scuole e luoghi di svago, dove ridiventi possibile la vita di quartiere recuperando qualità della vita. La compresenza di funzioni abitative, lavorative e di svago ha anche una ricaduta positiva sul trasporto, contribuendo a ridurre lo spostamento di persone, prodotti, materiali, energia, acqua.

Non sembra muovere in questa direzione l’Amministrazione comunale che parla di accorpamento e chiusura della scuola d’infanzia San Leonardo. Sarebbe un errore madornale, e bene hanno fatto i genitori di San Leonardo a sottoscrivere la petizione, inviata al Sindaco e al dirigente del Circolo Didattico, per chiedere che la scuola non venga chiusa ma ristrutturata secondo le attuali norme e dotata di quelle strutture dove si possano praticare sport e seguire altri corsi, togliendo i bambini dalla strada e liberandoli da quei luoghi dove parla solo la tivù.

Il quartiere ha bisogno di investimenti, non di tagli. Servono strade, verde attrezzato, piazze, centri che garantiscano a tutti una vita sociale di quartiere piena e integrata. Togliere la scuola d’infanzia può far risparmiare oggi, ma impoverisce e costa di più domani. Opporsi alla sua chiusura vuol dire mantenere in vita un luogo dove si educa alla democrazia e alla legalità, significa salvare la piccola dimensione dal gigantismo accentratore. Dia, perciò, l’Amministrazione una rapida e inequivoca risposta a quei genitori e agli abitanti tutti del quartiere San Leonardo, liberandosi da ossessioni economicistiche che favoriscono i ricchi e condannano i poveri non offrendo loro pari opportunità formative e di vita associata.

Palmi 14/09/2012

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