FARE SISTEMA A PALMI

Uno dei caratteri distintivi di noi italiani, che nella bilancia dei valori sociali pesa sul piatto delle negatività, è la scarsa inclinazione a programmare e/o fare sistema. La causa di ciò non è di natura genetica, bensì culturale. A ben vedere, infatti, la nostra storia nazionale è fatta per lo più di colonizzazioni e dominazioni straniere. È plasticamente immaginabile, d’altronde, quanto fosse arduo e precario mettere pietra su pietra in epoche in cui ogni nuovo conquistatore imponeva il suo sistema di leggi e valori, nonché la propria organizzazione statuale. Com’è noto, a quelle sorti avverse non si sottrasse, men che meno, la nostra sventurata terra di Calabria, quindi, la nostra pluriterremotata Palmi. Eppure da quelle tristi vicende molto tempo è passato. Invero, oggi non è da escludere l’esistenza di qualche timido germoglio di unitario e solidale spirito di squadra e/o di coordinamento organizzativo. È ciò, malgrado il generale contesto dei tanti moderni aguzzini e profittatori che, verosimilmente, hanno ereditato il “know how” dai loro predecessori greco-coloniali, romano-imperiali, barbarico-feudali e così via elencando. Oggigiorno a Palmi, a dire il vero, è sotto gli occhi di tutti un inedito e prodigioso fiorire di associazioni senza scopo di lucro, spesso confuso e disordinato, ma quasi sempre all’insegna della generosità e voglia di partecipazione. Ciò che ancora manca, si direbbe, è una sorta di struttura che agevoli i contatti tra le varie realtà progettuali. Si chiami Casa o Palazzo delle associazioni, o in qualsivoglia altro modo, l’importante  è che sia congegnata e orientata verso la creazione di sinergie, foriere a loro volta di nuove realtà strutturali e di nuove intraprese. Per azzardare un esempio, fra tanti possibili, si potrebbe ipotizzare la nascita di una TV locale. D’altro canto, sul versante ionico della provincia ci sono ormai  diverse emittenti anche in centri urbani medio-piccoli. Se a Palmi si realizzasse, finalmente, una specie di “condominio” delle associazioni, con servizi e spazi comuni (auditorium, sale riunioni, centro stampa, biblioteca, mediateca ecc.) si scoprirebbe, magari, che non è poi tanto difficile mettere in piedi una televisione privata (o altro) che faccia da piccolo (o grande?) volano di sviluppo per la nostra economia terziaria.

Palmi 27/11/2013 – Giovanni Panuccio

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  1. CIVIS ha detto:

    Giovanni indica la via giusta. Il problema, però, è che proprio la eccessività delle formazioni associative è segno che la spinta non è verso la reductio ad unum.
    Il nostro atteggiamento negativo viene espresso plasticamente da quel terribile aforisma “Megghiu tersta ‘i licerta ca cuda ‘i leuni”.
    E come può notarsi agevolmente a Palmi abbondano le lucertole e dei leoni neanche l’ombra!

    1. FB ha detto:

      Quello delle associazioni e del significato che rivestono o, per megio dire, dovrebbero rivestire in una comunità come Palmi, è un tema tutto da approfondire sotto l’aspetto sociologico. Mi sono sempre più convinto che occorra affrontare e combattere l’unico dato certo che conosciamo della nostra società locale: il Male Oscuro che ci impedisce di operare tutti con spirito costruttivo e non, nel migliore dei casi, per forza di inerzia.
      La cura è senz’altro la consapevolezza da parte di ognuno di muoversi accomunati da uno scopo comune, e per fare questo l’unica ricetta conosciuta è quella “presa di coscienza”, non a caso insegnata da filosofi come Hegel e Marx. Diversamente, ritornando nel particolare, non mi spiegherei il senso di solitudine che mi ha spesso accompagnato anche da amministratore, impegnato in una situazione amministrativa culturalmente e socialmente molto più prolifica, inclusiva e attenta delle ultime.

  2. carmelo garipoli ha detto:

    La televisione privata, secondo me, è un’ottima e brillante idea ed anche degna di essere valutata in prospettiva. Anch’io come Giovanni voglio azzardare una mia proposta : se il nostro circolo riuscisse a reperire qualche altro soggetto interessato all’operazione ( un giornale telematico, per esempio e/o un privato che opera in altro settore ) si potrebbe cominciare a discutere sull’argomento.

  3. CIVIS ha detto:

    Mi sembra interessante l’idea di Carmelo.

  4. Giovanni Panuccio ha detto:

    Ringrazio Civis e Carmelo per gli apprezzamenti al mio articolo, e concordo pienamente con il proposito di non far cadere nel dimenticatoio l’idea di lavorare, da subito, per la nascita di una TV locale a Palmi nel solco della proposta di Carmelo. Forse avrei già qualche nome in mente da vagliare tra i soggetti da coinvolgere, ma capisco che non è il caso di rivelarlo in questa sede. Nel frattempo suggerirei ai palmesi che hanno in mano la cosa pubblica di cominciare a riflettere sulla possibilità di realizzare la c.d. Casa delle associazioni in uno dei contenitori storici come, per esempio, il vecchio Liceo Pizi, quando sarà disponibile, o il vecchio ospedale o qualche stabile confiscato alla mafia ecc.

    1. FB ha detto:

      Giovanni, concordo con te ma fino a un certo punto. Credo che ci debbano essere momenti di necessaria unità e convergenza tra gruppi e associazioni, ma è anche più rispondente alle dinamiche sociali che le associazioni fluiscano libere nel contesto in cui operano, anche in (sano) contrasto tra di loro. Purchè operino. Il rischio è di concepire un recinto di cavalli o, peggio ancora, una specie di casa delle libertà per indurre le associazioni a fare ciò che dovrebbero naturalmente fare da sole. Capisco lo stimolo che vuoi rappresentare, ma un vecchio proverbio palmese, che dice “falla comu la voi…”, ci aiuta a capire che il percorso è diverso da quello che tu indichi.

  5. Pinoipp ha detto:

    A me pare che le tante associazioni di Palmi siano più sulla carta che sul territorio. Da due anni seguo con attenzione quel che bolle in questa pentola e ne ho al momento cavato fuori poco più che niente. Vi chiedo scusa per questo giudizio che so essere tranchant e politicamente scorretto, ma mi dichiaro pronto a rivederlo in qualsiasi momento.

  6. G.I. ha detto:

    Una fresca opportunità : il bene immateriale – riconoscimento di ieri – può divenire … materiale.
    Proprio con l’aiuto delle associazioni. Per costruirvi attorno la riqualificazione dei luoghi, una serie di eventi di qualità – nella congerie di manifestazioni di quantità – e stimolo (fattivo) al turismo. Con risvolti positivi per l’occupazione dei giovani , in un periodo così difficile. Chissà?

  7. CIVIS ha detto:

    D’accordissimo con G.I.

    1. Gustavo ha detto:

      La storia di Palmi, unitamente a quella di tutto il meridione, è piena di occasioni perse. Alcune di esse non abbiamo saputo coglierle, altre le abbiamo bruciate sul nascere per la pretesa, di molti, di avere tutto e subito e non attendere il naturale sviluppo delle cose. Certamente perderemo anche questa se lasceremo che sia gestita dai soliti megalomani dilettanti allo sbaraglio. Sempre in prima fila se i riflettori sono accesi, ma con molti altri impegni quando sono spenti. La permanenza di oltre un mese in piazza dello “scheletro” della Varia e tutti i fatti ( da armata brancaleone) connessi dovrebbero insegnarci qualcosa. E certamente molto, ma molto, di più si può fare nella gestione dell’evento.

      1. FB ha detto:

        Condivido pienamente. Può essere l’occasione giusta per il superamento di una gestione paesana, in senso omnicomprensivo.

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