Molti segnali indicano che a Palmi, in occasione dell’ormai imminente turno elettorale per il rinnovo del Consiglio comunale e per l’elezione del sindaco, la politica sia tornata a farsi sentire attraverso quello che per mezzo secolo dopo la Liberazione è stato il suo strumento principale: i partiti. Vediamo.
Fratelli d’Italia, il partito di Giorgia Meloni, dopo aver rintuzzato la pretesa del leader locale di candidarsi a sindaco, ha annunciato di essere al fianco di Giovanni Barone. Quest’ultimo gode anche del sostegno della Lega, che è il solo tra i grandi partiti nazionali a disporre di una sede, naturalmente in peno centro, e del partito di Silvio Berlusconi che alle elezioni regionali ha trionfato con Giuseppe Mattiani, l’esponente forzista che ha fatto man bassa di voti non solo in città ma in tutta l’area metropolitana. Per il PD nell’ultimo Consiglio comunale ha parlato Domenica Di Certo, divenuta dirigente regionale di quel partito, e ha reso pubblica, senza sorprendere nessuno, l’alleanza con il sindaco uscente Giuseppe Ranuccio. Una nota ufficiale pentastellata ha, infine, dato per certa la costruzione di una lista “Movimento 5 Stelle per Palmi 2050” pur non precisando se correrà con un proprio candidato a sindaco o affiancherà una delle proposte già in campo.
Chi, come noi, riconosce che i partiti sono essenziali alla democrazia – perché come recita l’art. 49 della Costituzione: “Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale” – non può che salutare con favore questo ritorno. Ci auguriamo che le sedi dei partiti, oggi inesistenti o vuote, tornino a essere il luogo della discussione, della proposta e della formazione dei quadri dirigenti della città.
Per ora, per i prossimi mesi, bisognerà però ingoiare qualche rospo per dare coerenza agli annunci già fatti. Ci attendiamo, ad esempio, che il candidato Giovanni Barone faccia bella mostra dei simboli dei partiti che hanno scelto di sostenerlo, a partire da quello con il volto di “Salvini premier” magari con la scritta: “Prima i parmisani!”. Ci aspettiamo anche che il PD faccia una lista e l’affianchi a quelle del civico Ranuccio poco curandosi dell’eventuale presenza di altri candidati provenienti per tradizione e cultura dal mondo della destra locale. Allora sì, i partiti sarebbero tornati anche se forse non nella forma più smagliante.