A tre mesi e anche più dalle elezioni che dovranno rinnovare il Consiglio comunale, a Palmi la caccia al voto è cominciata. Nel peggiore dei modi. Bisogna correre, giungere primi per “impegnare” il voto e c’è persino chi è in grado di farsi garante per l’intera famiglia. Anche sorvolando sul significato principale e originario del verbo impegnare (dare qualcosa in pegno a garanzia di un debito) che, nel caso in esame, troverebbe riscontro nel reato di voto di scambio politico mafioso (art. 416 ter c.p.), l’accezione più benevola (tenere occupato) è un insulto all’intelligenza e alla morale. Il voto è una libera scelta tra più alternative. L’elettore ha tempo sino all’ingresso in cabina elettorale, con la scheda e la matita in mano, per decidere chi, più degli altri, debba meritare la sua approvazione e la sua fiducia. Non si può prendere alcun impegno tanto più se ancora non si conoscono gli altri candidati, se non si sono valutate le loro idee, le loro proposte. Semmai ne avete già preso uno, per via di parentela o per via di amicizia, fate in tempo a scioglierlo. Non sciupate l’arma più importante che avete in mano per cambiare una realtà che non vi piace. Le elezioni non sono un concorso a sindaco o a consigliere. Sono in gioco il vostro benessere, la qualità della vita, il futuro dei giovani e della città.