Tra le tante risposte che ho raccolto per spiegare la follia dei roghi che hanno distrutto oltre 7 mila ettari di bosco nella sola Città Metropolitana di Reggio Calabria ce n’è una che mi ha lasciato di stucco per la semplicità e la profonda verità che contiene. “È la politica” mi ha detto con estrema naturalezza ma con rabbia un giovane che vive tra le montagne dell’Aspromonte e le sente sue come io posso sentire la Marinella e soffro per quella che oggi appare un’inarrestabile, degradante deriva. È la politica con le sue scelte, prese o mancate, a decretare vita o morte per la montagna come per il mare.
Chi ha responsabilità in politica ha un peso tanto maggiore sulle nostre vite quanto più elevata è la posizione che occupa. Possiamo ignorarlo? Il politico dispone di molti mezzi. Comunica quotidianamente attraverso i giornali, la radio, la televisione e, da qualche anno, soprattutto attraverso i social media che, come ormai sappiamo, sono anche agenti di facile manipolazione delle coscienze. Tra noi e il politico che conta c’è un’asimmetria di poteri incolmabile. Possiamo ignorarlo? Lui, per certo, non ci ignora.
Prendiamo uno di questi potenti, Salvini. Ci ha insultato per anni da ogni possibile tribuna e anche ora, nonostante la millantata conversione nazional-italiana (beato chi ci crede), progetta un regionalismo differenziato che priverebbe il bilancio centrale dello Stato di 190 miliardi di euro l’anno, oltre il 15% della spesa pubblica complessiva, da sottrarre in buona misura alle regioni meridionali. Se Salvini ti offre l’occasione di un selfie o la possibilità di contestarlo che fai? Lo ignori? C’è chi ha scelto il selfie e chi di contestarlo. Noi non abbiamo avuto il minimo dubbio su cosa fosse giusto fare nell’occasione.