Io? Che c’entro?

Di fronte all’immane disastro di una città che vorrebbe essere turistica e non riesce neppure a tenere puliti gli spazi dove si tiene il mercato alimentare del sabato, con i gravi rischi per la salute pubblica che questo comporta, la risposta del sindaco di Palmi è un copia e incolla di quella del suo omologo nella città di Reggio. A chi, secondo loro, i cittadini devono il disagio di vivere ormai da anni in luoghi pattumiera? Ecco i loro indici alzarsi all’unisono e puntare sui due principali responsabili della Caporetto rifiuti: 1) i cittadini incivili, maleducati e cialtroni che non fanno la raccolta differenziata; 2) la Regione incapace, subdola e malvagia che non mette a disposizione abbastanza discariche. I due sindaci hanno molte cose in comune, non solo la giovane età. Vogliamo dirlo? Anche un bel po’ di faccia tosta.

La prima obiezione. A Roccella Jonica la percentuale di RD è del 68%, a Reggio è del 47% e a Palmi è del 45% (ultimi dati ISPRA disponibili, oggi temo le cose siano peggiorate di molto). Ci sono, dunque, più di 20 punti percentuali di scarto tra Roccella e i comuni dei sindaci con l’indice accusatorio. Non sono pochi, anzi sono in grado di fare la differenza nella gestione differenziata dei rifiuti, perdonate il bisticcio di parole. Possiamo allora dedurre che i reggini e i palmesi siano più incivili dei roccellesi? Oppure che gli amministratori di Roccella (e di tutte le altre infinite città che in Italia fanno meglio) siano assai più bravi nell’organizzare la raccolta dei rifiuti di quanto non lo siano i colleghi indignati del comportamento dei loro amministrati?

La seconda obiezione. La Regione Calabria ha enormi responsabilità, è vero. È la regione italiana che spende di più e fa peggio di tutte nel trattamento dei rifiuti. Misteri della Calabria. Tuttavia, Falcomatà governa Reggio città (e non solo purtroppo) dal 2014, Ranuccio dal 2017. Il primo è presidente dell’ATO (Ambito Territoriale Ottimale) Rifiuti, il secondo è il suo vice. Non è lecito dubitare delle loro intelligenze, perciò non è lecito pensare che si accorgano soltanto oggi dell’insufficienza delle infrastrutture. Ma cosa hanno fatto in questi anni per porvi rimedio? È notorio che Vazzano ospiti il solo impianto di compostaggio disponibile in regione e che questo sia in mani private. Cosa ha impedito in questi anni, ecco questo ad esempio vorremmo sapere, cosa ha impedito alla città metropolitana di Reggio di progettare e dotarsi di un impianto pubblico per lo smaltimento della frazione organica? E cosa ha impedito di monitorare il funzionamento dell’inceneritore di Gioia Tauro per evidenziarne i disservizi e correre per tempo ai ripari? La sola idea, assai poco brillante, partorita da Reggio è una discarica che, come tutti ormai sappiamo, non si può fare e ha già alle spalle un tentativo, fortunatamente fallito, di apertura nel 2013.

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