È ufficiale: sarà Roberto Occhiuto, capogruppo di Forza Italia a Montecitorio, a correre per la presidenza della giunta regionale calabrese in una data che resta ancora da definire ma che sarà tra metà settembre e metà ottobre. Noi lo ricordiamo da deputato dell’Unione di Centro (UDC) che, nel marzo del 2012, interrogò il ministro della cultura per chiedere, in appoggio al Comitato No Lombroso (tra i cui autorevoli membri, manco a dirlo, figura Pino Aprile), la restituzione del cranio del brigante duo-siciliano Giuseppe Villella per quel che esso rappresenta, ovvero “un torto subito dai territori e dalla popolazione nei valori intellettuali, sociali, storici e culturali”. Non era la prima interrogazione in tal senso. Ci avevano già pensato il mitico deputato Domenico Scilipoti e la senatrice ex missina Adriana Poli Bortone. A Torino, all’assalto, due anni prima, del Museo Lombroso che custodisce quei resti (poi risultati neppure appartenenti a un “brigante”) non c’era soltanto il fior fiore dell’intelligenza neoborbonica c’era pure Roberto Gremmo, leader di Piêmont, e Mario Borghezio, del quale è inutile davvero aggiungere qualcosa. Berlusconi, Salvini e Meloni non potevano scegliere di più infelice per la Calabria. Ma hanno fatto anche di più perché tanta ignoranza non venisse confinata in ambito ottocentesco. Occhiuto sarà in ticket (cosa poi esattamente voglia dire lo sapremo solo vivendo) niente popò dimeno che con Nino Spirlì, chiamato inizialmente da Jole Santelli alla vicepresidenza della Regione con delega alla Cultura, ai beni e attività culturali, musei, teatri e biblioteche, etc. etc. La persona giusta. Quella che serviva per aggiungere l’ignoranza che mancava, quella sul Secolo breve. Il devoto reazionario ha recentemente dichiarato di condannare la guerra e le leggi razziali ma, ha aggiunto, “bisogna riconoscere che il Duce è stato soprattutto all’inizio fautore di una rivoluzione popolare[..] Ha creato le case popolari, le pensioni, l’assistenza all’infanzia, l’assistenza alle donne, le bonifiche, l’industrializzazione ..” E che rispondi a uno così? Che l’istituto delle Case Popolari è stato creato con legge n.251 del 31 maggio 1903? Che la Cassa Nazionale di previdenza per l’invalidità e per la vecchiaia degli operai è nata nel 1898 con legge 17 luglio n. 350 e che l’assicurazione per l’invalidità e la vecchiaia è divenuta obbligatoria già nel 1919? Che il periodo fascista è quello in cui maggiore si fa la divaricazione economica fra il Nord e il Sud Italia? No, non serve neppure perché la santa ignoranza ha già superato ogni limite di umana sopportazione mescolando la guerra e le leggi razziali con le (false) riforme sociali del fascismo.