Giovedì 10 giugno il Consiglio comunale ha discusso un’interpellanza del Circolo Armino con la quale in pratica si chiedeva di inibire il traffico dei veicoli in quello stretto imbuto che dal Corso porta alla Villa, la via Augimeri (ex Toselli). Dopo aver ricevuto un formale assenso e un sostanziale rifiuto da parte del sindaco che acconsentiva soltanto a una parziale chiusura nei festivi e prefestivi nella stagione estiva, non avremmo tuttavia mai immaginato di trovare la domenica successiva delle auto all’interno dell’unica isola autenticamente pedonale della città, la Villa Mazzini. Un raduno di auto storiche disposte lungo il belvedere, proprio su quel terrapieno incerto a rischio di frana che andrebbe, invece, prudentemente monitorato e gelosamente protetto. Un’autentica idiozia. A chi spettava prendere in esame i rischi di stabilità del luogo e il messaggio distorto che trasmette la presenza di auto nel solo posto oggi permanentemente ed esclusivamente riservato alle persone? Gli organizzatori hanno evidentemente chiesto al Comune quel che garantiva all’evento maggiore visibilità. Gli amministratori avrebbero dovuto rifiutare argomentando e suggerendo altre possibilità. Perché tra organizzatori dell’evento e amministratori comunali non si sia instaurata questa elementare dialettica ha una sola spiegazione: il desiderio della politica che governa di non dispiacere a nessuno, di riservare ai potenziali elettori ogni possibile favore, senza troppo riguardo per le ragioni più vaste, ma indistinte, della comunità perché, come la pecunia, il consenso non ha odore.