Il grido di dolore lanciato dal giovane Marco Misale, coordinatore del circolo Armino, dovrebbe levarsi forte e deciso tra i giovani appartenenti alla sua generazione, e non solo. L’attuale collasso territoriale e ambientale è il risultato di un cinquantennio di pirateria urbanistica che ha avuto pesanti ricadute sulla mobilità urbana, sulla gestione dei rifiuti e delle risorse idriche, sulle coste e sulle spiagge, devastate da osceni fabbricati abusivi, sul rapporto città-campagna. Ha perfettamente ragione il giovane Marco quando accusa gli attuali amministratori di mancanza di idee e coraggio nell’avviare un serio e radicale processo di cambiamento tale da mettere in discussione vecchi paradigmi e logiche politiche appartenenti ai vecchi tromboni che hanno devastato questa città. La campagna elettorale, all’insegna dello slogan “Cambiamenti”, ha premiato gli attuali amministratori, ma i risultati, al di là di parole vuote come rigenerazione urbana, mobilità sostenibile, piste ciclabili, “contratto di costa”, crescita culturale, sono veramente deludenti. Per fare qualche esempio il cine-teatro Manfroce non decolla e sul museo del mare è calato il silenzio. Sulla pedonalità permanente del breve tratto di via Augimeri si sono opposti e le pregevoli piazze centrali sono parcheggi per il traffico privato. Il trasporto pubblico funziona malissimo e non sembra una priorità dell’amministrazione per contrastare l’uso dell’automobile. Di un piano urbano del traffico e di un piano per l’abbattimento delle barriere architettoniche neanche a parlarne. Si accolgono acriticamente insulsi progetti di associazioni e si pompa un “contratto di costa”, ma quando gli si chiede di aprire un accesso da terra per raggiungere la spiaggia della “Petrosa” nicchiano. Lasciando da parte i giovani dalla voce flebile perché in buon numero legati al carro del potere, e non potendo contare su quelli incantati dalle lusinghe dei demagoghi e dalle mene degli attuali amministratori, se il grido di dolore di Marco venisse accolto tra quanti hanno qualche interesse a lottare contro il malgoverno del territorio, il disfacimento della città, l’eliminazione dello spazio fisico necessario alla salute pubblica, l’abrogazione del paesaggio, allora la situazione , che a volte sembra essere senza speranza, potrebbe mutare.
Mimmo Gagliostro
La sfida è proprio questa: mettere insieme in un progetto di trasformazione verso il bello e verso il giusto quella parte della città che a) non ha interessi particolari, cioè privati e personali, che sono stati soddisfatti e ai quali non intende rinunciare; b) non è indifferente a quanto capita e non è ancora così sfiduciata da ritenere inutile ogni battaglia. Servono giovani e meno giovani, servono soprattutto donne e uomini liberi da ogni condizionamento e disposti a rischiare qualcosa per tentare l’impresa, trasformare Palmi in una bella, affascinante città del Mediterraneo.
Concordo.. ed è un grido che quand’anche la gente ha dentro, in qualche modo lo soffoca, per varie ragioni che spaziano dagli interessi di partito, alla soggezione ai codici criminali, alla indifferenza per stanchezza..etc.
Aggiungo, a quanto già avete detto, un’ulteriore contraddizione che si sta palesando rispetto alla scelta, ad esempio, di ristrutturare le linee della vecchia ferrovia tra Palmi e Sinopoli, mobilità lenta bene ben venga, ma da un ultimo tavolo tecnico la proposta sembra andare in direzione dei treni ancora una volta a diesel-elettrico, in sostanza ancora un ricorso alle materie fossili; senza capire che nel 2021 la scelta non può che essere l’idrogeno (e anche questo da fonti rinnovabili…altrimenti non ha senso!)
Ho letto che porterete in Consiglio comunale anche la necessità di avviare una nuova stagione per la questione del randagismo. Bene. L’etica di un popolo si vede da come tratta i suoi animali, e se lo diceva Leonardo da Vinci c’è da fidarsi!