C’è un fatto che vogliamo nascondere a noi stessi, tanto ci è sgradito. Una parte non trascurabile delle nostre fogne finisce in mare sporcandolo e inquinandolo. Se lo nasconde, a dispetto di tutte le reiterate pubbliche denunce, soprattutto l’amministrazione comunale. Ricordo un solo episodio in cui parve che chi guida la città avesse preso conoscenza e coscienza dei fatti. Era il 5 marzo di due anni fa. In Consiglio comunale l’interpellanza del Circolo Armino sugli scarichi abusivi in contrada Scinà, fotograficamente documentati e, dunque, impossibili da disconoscere, provocò una reazione positiva da parte del sindaco. In quell’occasione, ecco la parola, fu promessa la realizzazione della rete fognaria in quel quartiere. Sono trascorsi due anni e niente è stato fatto mentre monta la protesta di chi è costretto a vivere letteralmente nella melma. E non basta perché non c’è neppure intenzione di metterci mano negli anni a venire. Sta scritto, ecco i fatti, sul Documento Unico di Programmazione (DUP) approvato per il periodo 2021-23 dalla maggioranza in Consiglio comunale lo scorso 10 maggio che l’estensione della rete fognaria nel 2020 era pari a 420 Km e che tale resterà lungo tutto il triennio. Nero su bianco (si veda il DUP 2021-23 a pag.32). I cittadini sono avvisati, se questa amministrazione sarà confermata dal voto del prossimo anno non dovranno attendersi neppure un chilometro in più di rete fognaria.