Picnic at Hanging Rock
AUSTRALIA – 1975
Il 14 febbraio 1900, festa di S. Valentino, le allieve dell’aristocratico collegio Appleyard si recano a fare una scampagnata ai piedi del gruppo roccioso di Hanging Rock, geologicamente interessante e dalla fisionomia misteriosa. Con il permesso di Miss McCraw (Vivean Gray), responsabile del gruppo, quattro ragazze ottengono di salire tra le rocce per meglio esaminarle. Una, grassoccia e indisposta, torna indietroterrorizzata: mentre Miss McCraw, allarmata per il ritardo, insegue le disperse. Per alcuni giorni la polizia, con il sussidio di volonterosi, ricerca le tre ragazze smarrite e la docente. Dopo una settimana, quando tutti hanno rinunciato e attribuiscono la scomparsa a diverse cause, il signorino Michael (Dominic Guard), ragazzo inglese in vacanza presso gli zii, accompagnato dal domestico Albert (John Jarratt), scopre ancor viva Irma (Karen Robson). Questa, una volta rimessasi, non sa dire nulla delle circostanze di cui sono state vittime Miranda (Anne Lambert), Marion (JaneVallis) e Miss McCraw. Diverse ragazze vengono ritirate dal collegio. La direttrice, Miss Appleyard (Rachel Roberts), allontana Sara (Margaret Nelson), l’amica di Miranda, il cui tutore non provvede da tempo al pagamento della retta. La ragazza verrà trovata morta nella serra, essendo precipitata dalla finestra della sua camera. Il mistero di Hanging Rock non verrà mai svelato.
Regia: Peter Weir
Attori: Rachel Roberts – Mrs. Appleyard, Vivean Gray – Miss McCraw, Helen Morse – Mlle. de Poitiers, Kirsty Child – Miss Lumley, Jacki Weaver – Minnie, Anne Lambert – Miranda, Frank Gunnell– Mr. Whitehead, Anthony Llewellyn-Jones – Tom, Margaret Nelson – Sara, Dominic Guard – Michael Fitzhubert, Karen Robson– Irma, Christine Schuler– Edith Horton, Olga Dickie– Mrs. Fitzhubert, Peter Collingwood– Colonello Fitzhubert, Ingrid Mason – Rosamund, Jane Vallis– Marion, Martin Vaughan– Ben Hussey, John Jarratt- Albert Crundall
Soggetto: Joan Lindsay
Sceneggiatura: Cliff Green
Fotografia: Russell Boyd
Musiche: Bruce Smeaton, Gheorghe Zamfir – Musiche di J.S. Bach, L. van Beethoven, W.M. Mozart (‘Eine Kleine Nachmusik’)
Montaggio: Max Lemon
Scenografia: David Copping
Costumi: Judith Dorsman
Durata: 113′ Colore: C Genere: DRAMMATICO
Tratto da: romanzo omonimo (1967) di Joan Lindsay basato su un fatto di cronaca
NOTE
– PREMIATO AL FESTIVAL DI TAORMINA DEL 1976.
– 1977 – PREMI BAFTAMIGLIORE FOTOGRAFIA A RUSSELL BOYD
– 1979 – SATURN AWARDS MIGLIOR FOTOGRAFIA A RUSSELL BOYD
NOTA CRITICA-INFORMATIVA
“La vita è sogno, soltanto sogno, il sogno di un sogno”
(E.A.Poe)
Nel marzo del 1977 esce nelle sale cinematografiche italiane l’affascinante e singolare Picnic at Hanging Rock, di Peter Weir. L’allora trentenne regista australiano, prendendo spunto da un romanzo di Joan Lindsay pubblicato nel 1967, realizza un film avvolto da un’atmosfera eterea, impalpabile, inquietante. L’enorme successo di pubblico e di critica ottenuto dal film spalancò le porte al cinema australiano, fino ad allora sconosciuto nel panorama internazionale. Questo dramma misterioso, caratterizzato da un’autentica angoscia esistenziale, sottolinea continuamente il contrasto, la dualità tra natura e cultura. Nel film, infatti, l’ambiente naturale e selvaggio, raffiguratodai pinnacoli, dagli anfratti bui, dagli angusti passaggi, dalle scoscese pareti di Hanging Rock, si contrappone all’esclusivo collegio aristocratico che accoglie ragazze candidamente vestite e immacolate nella loro bellezza adolescenziale. Da una parte, quindi, il collegio che rappresenta la razionalità perbenista e opprimente della società vittoriana coloniale, il trionfo del conformismo, la repressione degli istinti in nome del comportamento esteriore, la salvaguardia della forma, dall’altra l’elemento naturale dalla fisionomia misteriosa (Hanging Rock) che configura lo scenario dove è possibile per le educande in fiore abbandonarsi ai propri sogni adolescenziali, seguire l’assoluta indipendenza delle sue leggi rispetto alle logiche perverse della società, sprigionare la propria vitalità e dar corso al sogno primaverile botticelliano. – Adesso so che Miranda è un dipinto del Botticelli – dice mademoiselle de Poitiers, l’educatrice del collegio. L’evasione, il privilegio della fuga nella natura e nella verità è concesso soltanto alle ragazze come Miranda, – specchio di bellezza incontaminata, spensieratezza giovanile e sensualità spontanea – che sono predisposte a un cambiamento, ad accettare che possa esistere una realtà e una dimensione alternativa rispetto a quella nella quale viviamo, ed Hanging Rock è proprio l’inconcepibile forza di attrazione che riesce a liberare l’istinto delle ragazze. Le possibili letture e interpretazioni di Picnic at Hanging Rock sono talmente tante che spaziano dalla filosofia all’esoterismo, dalle considerazioni sulla formazione e i turbamenti sessualidelle ragazzeall’analisi sociale, dalla politica alla storia. La scomparsa delle soavi adolescenti, infatti,non è soltanto un enigma che rimarrà in sospeso, ma rappresenta l’inizio del crollo del collegio e di conseguenza quello di unasocietà colonialerepressiva e gretta. La critica sociale, inconsueta in un film del genere, intrecciandosi alla magia e alla dimensione onirica del raccontosottolinea le differenze di classe tra i colonizzatori inglesi e gli autoctoni. Significativii dialoghi traAlbert, il giovane stalliere australiano, e il signorino Michael, londinese in vacanza in Australia. Picnic at Hanging Rock, tra i miei film preferiti, è una pellicola elegante e visivamente ricca, suggestiva e sorprendente. La magnifica fotografia di Russell Boyd ci restituisce splendidi scenari naturali che fanno da sfondo alla misteriosa storia e il sontuoso flauto di Pan di Gheorghe Zamfir ci suggerisce una atmosfera di assoluta incertezza e precarietà, di mistero e immobilità. Attori di ottima resa psicologica e figurativa, con una bravissima Rachel Roberts, austera e terribile direttrice del collegio.
Mimmo Gagliostro