Nei giorni scorsi due fatti, in rapida successione, hanno ingenerato in alcuni la convinzione che la battaglia contro la discarica di Melicuccà – o meglio per la difesa dell’acqua ai nostri rubinetti – sia ormai vinta. Non è così e sarebbe un grave errore abbassare la guardia. Siamo, viceversa, entrati ora nel vivo di quella battaglia, a pochi giorni dalla possibile entrata in servizio di quell’impianto che dovrà ospitare “gli scarti di lavorazione” (come amano dire coloro i quali fanno di tutto per ingannarci sulla reale posta in gioco) dei rifiuti indifferenziati prodotti, senza parsimonia, dal bubbone metropolitano reggino. La manifestazione del prossimo sabato 22 maggio in piazza I Maggio a Palmi è, perciò, quanto di più opportuno e necessario.
Analizziamo brevemente i due fatti.
Martedì 11 il Ministero della Transizione Ecologica (l’esotico nome nuovo che è stato dato al Ministero dell’Ambiente) ha preso carta e penna e, pur non potendo interferire con le responsabilità proprie della Città Metropolitana e della Regione, ha espresso l’auspicio che le Amministrazioni in questione provvedano, prima di mettere eventualmente in esercizio la nuova discarica, alla bonifica del vecchio sito; e attendano, inoltre, l’esito delle verifiche alle quali, è questo forse il passaggio più significativo, si aggiungerà quella richiesta dal ministero stesso all’ISPRA, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale. Un auspicio, dunque, anzi due, la preliminare bonifica del vecchio sito e l’attesa del responso delle verifiche tecniche. Con il primo si formula l’augurio di quanto già disposto, e completamente ignorato, dalla Procura di Catanzaro. Varrà l’auspicio del ministero più dell’ordine della magistratura? Con il secondo si chiede di attendere le verifiche in corso da parte del CNR di Lamezia (Quali verifiche? Da chi disposte? Con quali finalità?) e, ripeto fatto nuovo e non trascurabile, quelle che saranno eseguite dall’ISPRA. De Caprio e Falcomatà vorranno attendere anche quest’ultime? La stolida ostinazione sin qui mostrata non promette bene.
Mercoledì 12 il TAR di Reggio Calabria ha accolto la richiesta, fatta dal Comune di Palmi, di sospensiva dell’efficacia della determinazione della Città Metropolitana sul progetto di bonifica del vecchio sito, che ha fatto seguito alla conferenza di servizi con la quale è stato maramaldescamente estorto l’unanime parere positivo dei partecipanti. Un passo importante che blocca la progettazione della bonifica (in quanto ancora una volta si è inteso ottusamente ignorare l’esistenza stessa della sorgente Vina) ma che non pregiudica la prosecuzione dei lavori per la nuova vasca.
E dunque .. TUTTI IN PIAZZA SABATO 22 ALLE ORE 18 per manifestare con un pacifico sit-in la nostra netta contrarietà all’apertura della discarica alla Zingara!
Buongiorno, parteciperò alla manifestazione e spero si possa essere in tanti… e a tal proposito ritengo sarebbe opportuno il coinvolgimento e la presenza delle istituzioni, e, mi riferisco anche ai Comuni limitrofi coinvolti nella vicenda. Dalle stanze della magistratura fino al Ministero la discarica della Zingara è già oggetto di interesse istituzionale, pertanto sarebbe “auspicabile” un sit-in di protesta che veda in prima linea i Sindaci, accanto alla cittadinanza e alle altre forze presenti sui territori. Troverei strano se questo non avvenisse. Ritengo che lo sforzo importante, sin qui prodotto, non debba rappresentare solo la voce di alcuni, magari maggiormente sensibili alle dinamiche ambientali, né essere oggetto di contesa politica, ma essere invece un grido dai territori, stanchi di logiche predatorie. Saluti
Concordo con quanto scrive, Angelita, mi auguro che le istituzioni e chi le rappresenta avvertano questa responsabilità. Non possiamo, tuttavia, trascurare che le stesse, in parte o in toto, sono responsabili di quanto avviene per l’incapacità di offrire ai territori da loro amministrati servizi adeguati ai bisogni e rispettosi dell’ambiente. Le percentuali di raccolta differenziata nella Piana, e nel Reggino in generale, sono sconfortanti.