La nostra parte

La nostra associazione è nata dieci anni fa e da allora non ha mai smesso di denunciare e proporre, indicare i problemi e prospettare delle soluzioni. Ancora oggi esercitiamo questo ruolo dai banchi dell’opposizione in Consiglio comunale, confidando di interpretare così al meglio la volontà di chi avrebbe voluto vederci alla guida dell’Amministrazione. Parole astratte? No, fatti concreti. Nell’estate del 2015, per citare un episodio noto, abbiamo impedito che venisse sfregiata da uno scriteriato progetto del sindaco Barone una delle ultime oasi di bellezza rimaste in città, la Villa Mazzini, monumento nazionale. In questi giorni, dopo oltre un anno di discussioni, interpellanze e mozioni, anche il sindaco Ranuccio si è infine persuaso che la sorgente Vina e la nostra acqua potabile sono minacciate dall’arrogante e stupido progetto di una discarica. Ora tocca all’Amministrazione comunale darsi da fare per convincere – con le buone (l’interlocuzione politica) o con le cattive (il ricorso alla magistratura) – la Regione e la Città Metropolitana a recedere da quel progetto, un disastro ambientale annunciato e senza rimedio. Non mancherà il nostro sostegno, se desiderato e richiesto, ma noi abbiamo fatto la nostra parte. Quante volte ci è stato chiesto quale fosse il ruolo dell’opposizione e perché non provassimo a collaborare con chi ha in mano le redini del governo della città. Ora, almeno, anche i più duri a comprendere, anche chi ha prima respinto con fastidio i nostri allarmi sul Vina accodandosi al principe e ora esulta perché lo stesso principe ha preso in mano la bandiera della salvaguardia della nostra acqua, forse .. forse avrà infine compreso cosa sia e a che serva l’opposizione in una democrazia. Noi, almeno, ce lo auguriamo continuando a fare la nostra parte.

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Un commento Aggiungi il tuo

  1. I critici del “Circolo Armino”, che invitavano i soci a collaborare con la giunta Ranuccio, sono quelli che sono e saranno pronti a mettersi dalla parte di chi detiene il potere e servirlo con solerzia, annullando qualsiasi senso critico. Sono rappresentativi di un certo tipo di carattere italiano, ben rappresentato da Alberto Sordi: provincialismo gretto, pigrizia culturale, arte dell’espediente, conformismo civico e anarchia privata. Non mi stupisco se si “accodano al loro principe”, eleggendolo strenuo e principale difensore del bene comune acqua.

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