Ambientalismo che non cambia nulla

Come sempre accade nelle grandi battaglie per la difesa dell’ambiente e del territorio, come quelle contro la discarica in località “La Zingara” nel territorio di Melicuccà e gli scarichi fognari nelle acque del nostro mare, è interessante notare quello che succede nelle associazioni che si definiscono ambientaliste, come quella dei ragazzi Green R- Evolution Palmi. I problemi causati dalla discarica e dagli scarichi fognari non li sfiorano minimamente, non amano i conflitti ambientali o sociali, non amano scontrarsi con gli insipienti politici che operano a tutti i livelli e che sono responsabili di questo sfacelo. Nella loro narrazione magniloquente, che trovo abbastanza efficace a seconda dell’abilità dell’oratore, parlano di tutela del territorio, salvaguardia dell’ambiente, innalzamento della cultura ambientale, ma probabilmente ignorano il pensiero e l’azione di ambientalisti come Giorgio Nebbia, Antonio Cederna, Virginio Bettini, Laura Conti, Alexander Langer, che possono essere considerati i padri dell’ambientalismo italiano. Infatti le loro azioni si limitano alla pulizia della spiaggia o  del sottobosco che, per carità, sono azioni encomiabili ma non sono sufficienti se si vuole invertire la rotta e incidere sulla politica e sul sistema socio-economico. Per loro le cause dei disastri sul territorio e sull’ambiente non risiedono nelle logiche e nei meccanismi strutturali del sistema economico capitalistica che creando nuovi bisogni nel consumatore genera il problema del loro impatto ambientale, che favorendo la privatizzazione sistematica del suolo in nome della rendita parassitaria favorisce le truppe d’assalto della speculazione edilizia fondiaria, ma nella avidità, irresponsabilità e inciviltà degli uomini e delle donne. Se non vuoi la discarica, dimmi come risolvi la grave situazione dei rifiuti che invadono le nostre vie, le nostre spiagge, i nostri boschi? È una domanda truccata: sei contro la discarica, di conseguenza non ti interessa che i rifiuti si assiepino  negli spazi pubblici. A parte il fatto che non tocca a me cittadino, che fa il proprio dovere nel gestire i propri rifiuti, ma ai politici cercare di risolvere il problema che hanno mal gestito e mai seriamente affrontato, il giochetto mi sembra un po’ sporco. Non ci sto a giocare, anche se saprei ribaltare questa narrazione e dire chiaro e tondo che bloccare non è una categoria filosofica, ma dipende dal bloccare cosa e quando e perché. Ecco, cari ragazzi verdi, voi fate parte di quell’ambientalismo che non cambia il mondo, che non ha una visione di società credibile più corrispondente ai bisogni dell’umanità, cioè una società diversa da quella che conosciamo. Al massimo, come cultori della bellezza, il cui massimo sforzo è quello di ridurre la natura a paesaggio e il paesaggio a stato d’animo, vi limitate a immortalare le bellezze ancora esistenti, ma per quanto?

Mimmo Gagliostro

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