Il clamore suscitato da Corrado Augias, ospite su Rai 3 della trasmissione Quante Storie, con le sue parole sulla Calabria è del tutto ingiustificato. L’austero, ieratico, trombone ha affermato: “Io ho il sentimento che la Calabria sia irrecuperabile”. Un’affermazione di questo genere non meritava tanta attenzione, neppure da parte della patriota locale Wanda Ferro e della sua superiora Giorgia Meloni. Almeno per tre buone ragioni.
Primo. La frase shock non ha alcun significato intellegibile per chi l’ascolta (e forse neppure per chi l’ha pronunciata). Dovremmo, infatti, chiederci a cosa dovrebbe essere recuperata la Calabria. Registriamo, piuttosto, che questa è la regione meno progredita d’Italia e forse anche d’Europa ma l’arretratezza si denuncia e si combatte, non consente nessuna resa delle armi.
Secondo. Augias non conosce affatto la Calabria. Lo dimostra il fatto che, ancora oggi, ritenga Callipo un ottimo candidato alla presidenza della Regione, inspiegabilmente rigettato dalla maggioranza degli elettori calabresi. Parla, dunque, senza cognizione di causa.
Terzo. Augias non è nuovo a fare e disfare giudizi, lanciati con apparente misuratezza da sotto l’elegante ciuffo bianco. Tanto per dire, dopo aver giudicato Di Maio un barbaro, ora questi è divenuto “politicamente più onesto” di Renzi, del quale ultimo aveva in passato sposato in pieno la causa, persino quella dell’imbarazzante referendum costituzionale.
Perciò, non diamo soverchia importanza alle sue parole. Verrebbe da dire: “Io ho il sentimento che Augias sia irrecuperabile”.
Vedo che sei in buona compagnia! Sto scherzando! Anche Spirlì, Salvini, Ferro, l’ex presidente Confindustria Nucera protestano. Il solito piagnisteo calabrese. Sicuramente il giudizio di Augias sulla Calabria è impietoso, superficiale e figlio di quel positivismo imperante nell’Ottocento, ma si tratta di un sentimento non di una affermazione politica, un sentimento che probabilmente accomuna molti onesti calabresi. Se la Calabria ha livelli di arretratezza che in Italia non hanno eguali ci saranno dei responsabili o no? Questo ceto politico, di centrodestra o centrosinistra, che ha devastato e condannato la nostra regione al sottosviluppo è lo specchio di una società in grandi linee malata o no? Sono queste le domande che dobbiamo farci. Tu scrivi che l’arretratezza va combattuta e denunciata, come va denunciata la corruzione, il malaffare, l’intreccio tra politica, massoneria e ‘ndrangheta e su questo mi trovi d’accordo. Ma quanta fatica! io non vedo in questa fase una grande indignazione da parte di molti calabresi, anzi, registro un silenzio assordante e questo,, come noi sperimentiamo ogni giorno, è preoccupante. La Calabria forse non è “irrecuperabile”, come dice Augias, ma la coscienza di ognuno di noi dovrebbe inquietarsi di fronte a quello che leggiamo e assistiamo, e questo altro non è che un prerequisito per mobilitarsi e tentare di cambiare lo status quo.
Proprio il ripudio dell’odioso piagnisteo mi ha portato a leggere con irritazione le parole di Augias ma ammetto di essere stato condizionato anche da un’antipatia viscerale verso la sua esibita, sfrontata saccenza.