Grottesco a Melicuccà

Grottesco, nel senso che si è venuto modernamente formando, ovvero ridicolo e paradossale insieme. Non ci sono altre parole per definire la recente intervista a Reggio TV del sindaco Emanuele Oliveri. È ridicolo osservare il primo cittadino di Melicuccà, paese che fa un misero 37,31% di raccolta differenziata (dati Ispra 2019), farsi carico del problema dei rifiuti dell’intera città metropolitana e immaginare di aver trovato, in aperto contrasto con ogni indicazione scientifica e con lo stesso buon senso, il bandolo della matassa in una nuova discarica da aprire nel suo comune, in località La Zingara. Ed è paradossale la lamentazione dei ritardi che, a causa del contenzioso con la ditta appaltatrice, sta subendo la realizzazione di quella discarica. Appena due giorni dopo, infatti, il 14 gennaio Oliveri sottoscriverà un comunicato congiunto con i sindaci di Palmi e di Seminara nel quale sta scritto: “La lotta per la tutela della salute non ammette compromessi e questa non può essere barattata per un temporaneo miglioramento dell’emergenza rifiuti nel capoluogo. La nuova discarica entrerà in funzione se e solo se avremo certezza scientifica ed assoluta che nessun rischio vi è per la nostra preziosa sorgente”. La sorgente è quella del Vina che da un secolo rifornisce le case di Palmi, di Sant’Anna di Seminara e della stessa Melicuccà.

Allora i casi non possono che essere due. Il primo. Oliveri ha già ottenuto, anzi aveva già ottenuto due giorni prima della stesura del comunicato congiunto con gli altri sindaci, quella “certezza scientifica ed assoluta” che non vi sono rischi per il Vina ma così non si capisce perché lo abbia sottoscritto. Il secondo. Oliveri continua a non capire quale sia la posta in gioco e forse non ha ancora neppure chiaro, come mostrano certe sue precedenti dichiarazioni, quali rifiuti dovrebbero essere stoccati alla Zingara. Per spingere sul pedale dell’acceleratore non attende neppure l’esito di uno studio appena commissionato dal Consorzio Acquedotto Vina e finge, persino, di ignorare l’esistenza di un’autorevolissima perizia firmata dal geologo Aurelio Circosta che così conclude: “Esiste il fondato rischio che le acque della sorgente, nonché  quelle della imponente falda confinata che si estende oltre il sito della sorgente, possano essere irrimediabilmente compromesse dalla presenza della discarica”. 

È legittimo, allora, chiedersi perché tanta ostinata pervicacia? La sola cosa che viene in mente, ma accetto suggerimenti da ogni parte, sono i 14€ per tonnellata che il comune di Melicuccà riceverebbe quale indennizzo per ospitare la discarica. Una volta esaurita, assai presto ai ritmi attuali di produzione dell’indifferenziato nella città metropolitana, le 40 mila tonnellate sversate farebbero 560 mila euro, un bel bottino per un comune con un bilancio di 1,2 milioni. Ma se questo è il problema, lancio una proposta. Siamo circa 20 mila gli utenti del servizio idrico Vina. Siamo disposti a versare nelle tasche del Comune di Melicuccà un obolo di 28 euro a testa purché quel sindaco cessi in via definitiva le ostilità contro l’acquifero e il Consorzio di cui pure, paradosso nel paradosso, è egli stesso amministratore e utente?

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