L’altro volto della speranza

Toivon tuolla puolen


GERMANIA, FINLANDIA – 2017

Khaled (Sherwan Haji) è un rifugiato siriano che, giunto a Helsinki dopo un viaggio clandestino a bordo di una nave che porta carbone, chiede asilo senza grandi speranze di successo. Wikström (Sakari Kuosmanen) è un rappresentante di camicie che, dopo aver lasciato la moglie e il lavoro, decide di tentare la fortuna al tavolo da gioco e, avendo vinto, apre il ristorante “La Pinta Dorata” in un angolo remoto della città. I destini di questi due uomini si incrociano dopo che le autorità rifiutano la richiesta di asilo di Khaled. Quest’ultimo, infatti, decide di rimanere nel paese illegalmente, vivendo per strada, ed è in un cortile buio dietro al suo ristorante che Wikström lo incontra. Dopo avergli offerto un letto e un lavoro, Wikström e Khaled, insieme alla cameriera del locale, allo chef, al direttore di sala vivranno una serena utopia e insieme, forse, riusciranno a trovare ciò che cercano.

Regia: Aki Kaurismäki

Attori: Sherwan Haji– KhaledSakari Kuosmanen– WikströmIlkka Koivula– CalamniusJanne Hyytiäinen– NyrhinenNuppu Koivu– MirjaKaija Pakarinen– moglie di WikströmNiroz Haji– MiriamSimon Hussein Al-Bazoon – MazdakTommi Korpela Melartin

Soggetto. Aki Kaurismäki

Sceneggiatura: Aki Kaurismäki

Fotografia: Timo Salminen

Montaggio: Samu Heikkilä

Scenografia: Markku Pätilä

Costumi: Tiina Kaukanen

Durata: 98′ Colore: C Genere: DRAMMATICO

NOTE

– ORSO D’ARGENTO PER LA MIGLIOR REGIA AL 67. FESTIVAL DI BERLINO (2017).

Sherwan Haji
Sherwan Haji – Sakari Kousmanen

NOTA CRITICA-INFORMATIVA

Il regista finlandese Aki Kaurismäki ci aveva lasciato sei anni fa nel porto di Le Havre, in Francia, facendoci conoscere Idrissa, un ragazzo immigrato illegalmente dall’Africa che cerca di raggiungere la madre a Londra. Ora, ha ripreso il viaggio via mare portandoci nel porto di Helsinki dove incontriamo su una nave carboniera Khaled, un giovane curdo-siriano scappato dagli orrori di Aleppo e in cerca di protezione umanitaria. Continua il percorso di questo geniale e originale regista del cinema contemporaneo nel mondo degli emarginati, dei diseredati, degli autoemarginati dalla vita ai quali non è concesso mostrarsi tristi emalinconici. Esemplare è il dialogo venato di umorismo surreale e disperato, senza patetismi tra Khaled e Mazdak, un iracheno che ha ottenuto l’asilo. Quando il primo dice al secondo: “Sembri felice e soddisfatto”, Mazdak, non pago della sua situazione e in cerca di lavoro, finge di essere soddisfatto, anzi replica che “Quelli malinconici sono i primi che mandano via. Tutti i malinconici vengono respinti”. Nell’universo dei derelitti, degli autoesclusi, dei perdenti raccontato magistralmente dal regista, tra purezza e ingenuità, i destini di due uomini, Khaled (Sherwan Haji) e Wikström (Sakari Kuosmanen) si incrociano, anche se per ragioni diverse, dopo che le ottuse autorità finlandesi rifiutano la richiesta di asilo presentata da Khaled. Kaurismäki disegna il ritratto di una società brutale cha alza muri, steccati, recinzioni di filo spinato contro i deboli e parla di un mondo in cui la marginalità è forse l’unico modo possibile per rimanere liberi e solidali. Kaurismäki, senza dimenticare di farci sorridere, senza moralismi e manicheismi – esilarante la scena al ristorante “La Pinta Dorata”, dopo l’ispezione dei funzionari finlandesi, con Khaled che esce dal suo nascondiglio portando in braccio il cane che si è convertito all’Islam perché intelligente e sa un po’ d’arabo – ci ricorda che la solidarietà è un valore, al di sopra di quelli imposti da un dogmatismo moralizzante. In questi tempi cinici in cui i razzisti insultano, i naziskin picchiano e a volte uccidono basterebbe che solo una minima parte di quel sentire surreale dei personaggi kaurismakiani si impadronisse della società per poter vivere meglio, tutti. Con una fotografia molto contrastata fatta di luci dure, il regista, ironico e irriverente, ha creato un universo popolato da personaggi alla deriva, che si muovono disorientati all’interno di spazi periferici e desolati e di un più grande, incomprensibile e ingiusto mondo contemporaneo raccontandocelo in modo straniato e poetico. La colonna sonora, oscillante tra folk, blues e pop-rock, è eccezionale. Da ricordare il bellissimo e struggente pezzo iniziale “Oi Mutsi, Mutsi”, “Skulaa Tai Delaa”, meraviglioso brano pop-rock e lo splendido brano finale “Kurjuuden Kuningas”. Tra un cast ottimo, emergono i due bravissimi co-protagonisti: l’esordiente e stupefacente Sherwan Haji, curdo siriano che veramente ha chiesto asilo, e Sakari Kuosmanen, attore feticcio di Kaurismäki. Il film lo trovate su RAI play.

Mimmo Gagliostro – 30 dicembre 2020

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4 commenti Aggiungi il tuo

  1. ernesto mancini ha detto:

    Grazie Mimmo, per le tue recensioni . Anche io sono appassionato di cinema (al cinema possibilmente) . Ti segnalo sullo stesso tema della immigrazione uno dei film italiani più belli e cioè “Nuovomondo” di Crialese.
    Ne ho riportato alcune sequenze sul blog
    https://www.dirittoepersona.it/nuovomondo/

  2. ernesto mancini ha detto:

    Dimenticavo. Avevo visto a suo tempo il film da te recensito ed è davvero molto bello. Aggiungo anche , sempre in tema di immigrazione “good morning babilonia” dei fratelli Taviani. Anche questo molto bello. Riporto una scena su https://www.dirittoepersona.it/figli-dei-figli-dei-figli-michelangelo-leonardo-tu-figlio/
    Due italiani immigrati in America agli inizi del ‘900 sono offesi e maltrattati da un impresario. Essi reagiscono a tono ma poi………..il bisogno di lavoro li scoraggia.

  3. Ti ringrazio Ernesto, per la tua attenzione, e soprattutto sono contento di aver trovato un appassionato di cinema come me. Il tema della migrazione è stato portato numerose volte sul grande schermo. Per quanto riguarda la migrazione, interna ed esterna, degli italiani, oltre agli interessanti film che hai ricordato, voglio segnalarti (ma sono sicuro che li hai già visti) Pane e cioccolata di Brusati, Il cammino della speranza di Germi, Rocco e i suoi fratelli di Visconti e Così ridevano di Amelio. In generale sulla migrazione e sui problemi dei migranti ti consiglio di guardare i seguenti film: Miracolo a Le Havre di Kaurismaki, Welcome di Lioret, Il matrimonio di Lorna e La promesse dei fratelli Dardenne, Saimir di Munzi, Lamerica di Amelio, Viaggio della speranza di Koller, Il ribelle dell’Anatolia di Kazan. Anche io preferirei guardare questi film sullo grande schermo, purtroppo a Palmi non esiste, ormai da anni, un cinema e questo è mortificante per la cultura e per la città. ti auguro un buon e sereno anno.

  4. Marcello ha detto:

    Trovo la rubrica molto ricca di spunti per riflettere sulle relazioni che quotidianamente costruiamo nel lavoro e non solo.Da qualche tempo sto conoscendo direttamente il mondo dei derelitti del luogo dove vivo avendone in cambio un arricchimento senza pari.La mia piccola esperienza mi dice finora che la emarginazione che spesso si intreccia con l’autoemarginazione, non viene riconosciuta da chi la vive come espressione ,seppur travagliata ,di liberta’.D’altro lato la convivenza tra questi derelitti innesca non di rado insofferenze,gelosie e conflitti piuttosto che spirito di aiuto reciproco.Spesso sussistono contraddittoriamente entrambi gli aspetti di conflitto e scambio solidale .Infine penso che le tematiche del film che guardero’ quanto prima vanno vissute on the road(associazionismo ,ma non solo) per una loro consapevole maturazione.

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