Cattive acque

Dark Waters

USA – 2019

Nel 1998 l’avvocato Robert Bilott (Mark Ruffalo) diventa socio di un importante studio legale a Cincinnati, negli Stati Uniti d’America. Tra i propri clienti lo studio vanta grandi aziende e industrie chimiche. La sua vita cambierà dopo l’incontro con Wilbur Tennant (Bill Camp), un allevatore di Parkersburg, West Virginia, conoscente della nonna di Bilott che vive nella stessa città: le mucche dell’allevatore si stanno ammalando e stanno morendo a una a una. Riluttante ma interessato alla faccenda, Bilott inizia a indagare e presto finirà per accusare la DuPont, colosso americano dell’industria chimica che ha inquinato le acque della cittadina sversando sostanze estremamente pericolose per l’ambiente e la salute umana … 

Regia: Todd Haynes

Attori: Anne Hathaway – Sarah BilottMark Ruffalo – Robert BilottTim Robbins – TomTerpBill Pullman – Harry DietzlerMare Winnigham – Darlene KigerVictor Garber – Phil DonnellyBill Camp– Wilbur TennantLouisa Krause – KarlaKevin Crowley – Larry Winter,William Jackson Harper – James Ross

Soggetto: Nathaniel Rich

Sceneggiatura: Matthew Michael Carnahan, Mario Correa

Fotografia: Edward Lachman

Musiche: Marcelo Zarvos

Montaggio: Affonso Gonçalves

Scenografia: Hannah Beachler

Costumi: Christopher Peterson

Suono: Drew Kunin

Durata: 126′ Colore: C Genere: BIOGRAFICO, DRAMMATICO

Tratto da: articolo di Nathaniel Rich

NOTA CRITICO-INFORMATIVA

<<Non produciamo sostanze chimiche per il bene dell’azienda, ma per quello della gente, per rendere la vita delle persone più facile. Ed è per questo che migliorare la vita con l’aiuto della chimica non è uno slogan per DuPont >>.

Phil Donnelly – Dirigente DuPont

Il 6 giugno 2016 uscì un articolo di Nathaniel Rich sul New York Times intitolato “The lawyer Who Became DuPont’s Worst Nightmare” (“L’avvocato che divenne il peggior incubo della Dupont”) che coinvolse il colosso dell’industria chimica DuPont in un enorme scandalo. La società sversava da anni nelle acque di un fiume un prodotto altamente nocivo (PFOA- acido perfluoroottanoico) per la salute umana. Ruffalo, indimenticabile protagonista della pellicola Il caso Spotlight, dopo aver letto l’articolo del New York Times, inizia a interessarsi della vicenda che aveva visto l’avvocato Robert Bilott citare in giudizio la DuPont. L’attore coinvolge il colto, raffinato e appassionato regista Todd Haynes, che aveva realizzato fino ad allora film di grande ricercatezza stilistica ed estetica, (Carol, Lontano dal paradiso, ecc..). Haynes accetta e si mette al servizio di una storia straordinaria, la parabola umana e professionale dell’avvocato Bilott che lavora assiduamente solo contro tutti, mettendo a rischio la propria salute, il proprio rapporto con la moglie e la propria reputazione, a costo di cercare la verità e rendere giustizia alle vittime. Dark WatersCattive acque racconta le nefandezze del capitalismo che, tramite la potente e nefasta DuPont che ha costruito un impero economico utilizzando il Teflon, un materiale plastico che resiste a temperature elevate e che si trova nelle padelle antiaderenti, avvelena l’ambiente provocando effetti disastrosi sulla salute umana. Non solo, nel film vi sono delle sequenze che spiegano in pochi minuti il ricatto a cui tante persone sono sottoposte, ovvero la scelta tra morire avvelenati o restare disoccupati (Ilva, docet). La pellicola è  formalmente molto ben curata ed è valorizzata dalla stupenda fotografia di Edward Lachman, in grado di descrivere perfettamente la cupezza della condizione personale del protagonista e di dare corpo all’orrore collettivo della storia, con caldi toni degli interni che fanno ancor più risaltare le pallide, grigie, tenebrose visioni degli esterni; da un montaggio funzionale (si veda il montaggio alternato, per esempio, tra Robert e la moglie quando egli cerca di spiegarle i fatti) e da una regia che aziona alcuni bei movimenti di macchina (penso soprattutto ad alcune riprese dall’alto, che accompagnano Robert nei corridoi del tribunale) e che riesce nel catturare emotivamente, ma soprattutto intellettualmente lo spettatore. Encomiabili le interpretazioni di Anne Hathaway e Tim Robbins, qui in due ruoli apparentemente marginali, mentre Mark Ruffalo, perfettamente in grado di misurare le sue espressioni e i suoi movimenti, è straordinariamente credibile. Le note della celebre “Take Me Home, Country Roads” di John Denver accompagnano la scelta dell’impegno di Bilott, mentre la splendida versione “I Won’t Back Down” di Johnny Cash suggellano la battaglia. Cattive acque fortunatamente non si abbandona a facili sensazionalismi o a rozze cadute di stile. Si limita semplicemente ai fatti trattando una tematica ambientalista di stretta attualità, e ci illumina su come viene gestito il potere in nome del profitto. Il risultato complessivo, anche se non raggiunge i vertici estetici di Carol e Lontano dal paradiso, è soddisfacente.

Mimmo Gagliostro – 2 dicembre 2020

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2 commenti Aggiungi il tuo

  1. Si può trovare una certa analogia con la vicenda della discarica alla Zingara, con la Città metropolitana, nel ruolo della DuPont, impegnata in una operazione che mette a rischio l’acqua di 20mila persone per procurarsi l’effimero profitto di una vasca che consentirà sei mesi di sversamento rifiuti. Ma il finale, in questo caso, è ancora da scrivere e dipenderà in massimo grado dalla capacità di reazione dell’amministrazione pubblica e degli abitanti di Palmi, novella Parkersburg.

  2. Un commento azzeccato. Quando scelsi questo film da recensire pensavo proprio alla battaglia che il Circolo Armino e le altre associazioni stanno portando avanti per impedire la costruzione della discarica. Una frase pronunciata dall’avvocato Bilott mi colpì: “Il sistema è corrotto. Vogliono farci credere che ci proteggono, ma non è così. Noi dobbiamo proteggerci da soli. Nessuno altro lo fa. Non lo fanno le imprese, né gli scienziati, né i politici”.

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