16 Novembre 2020
Tra le tante lezioni che saranno il lascito di questa pandemia ce n’è una che non vogliamo proprio prendere. Lo si capisce dallo stupore e persino dalla stizza con cui seguiamo il dibattito tra gli scienziati, tutti incapaci di darci una risposta e un orizzonte certi. Punto esclamativo! Non si sa o ci si dimentica che la scienza non ha mai dato certezze e che da sempre procede per tentativi ed errori. Le teorie scientifiche non sono altro che congetture e valgono fin tanto che non vengano “falsificate” come già aveva osservato il filosofo Karl Popper nell’ormai secolo scorso. Se, dunque, abbiamo bisogno di verità è ad altre porte che dobbiamo bussare. La religione, qualunque religione, non ammette dubbi ed è prodiga di certezze che dispensa a piene mani senza doverle sottoporre ad alcun processo di “falsificazione”. Mescolare il metodo ipotetico e sperimentale della scienza con quello dogmatico e rivelato della religione aggiunge soltanto confusione nelle nostre menti già messe a dura prova dal confinamento e dalla distanza fisica, se non dalla perdita delle persone più care. Chi non ricorda il mantra della prima ondata di coronavirus? Andrà tutto bene! Ora, dopo quarantacinquemila morti e mezzo milione di posti di lavoro bruciati dall’emergenza sanitaria nessuno ha il coraggio di tirarlo ancora fuori. Migliaia di lenzuoli, bandiere e cartelli sono stati ritirati con comprensibile pudore dai balconi di tutt’Italia. Chi avesse voluto affidarsi fin da subito alla scienza, piuttosto che alla religione, avrebbe potuto, se proprio necessario, più sobriamente e senza rinunciare a una punta di ottimismo, lanciare piuttosto questo messaggio: Non andrà tutto male. Punto e basta.
Pino Ippolito Armino